In Italia, le persone razzializzate subiscono controlli più frequenti da parte delle forze dell'ordine. La profilazione è una forma di razzismo sistemico contro cui, secondo la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri), un organo indipendente istituita dal Consiglio d'Europa, il governo non sta prendendo le misure adeguate.
"La nostra raccomandazione al governo italiano è di avviare al più presto uno studio indipendente per valutare l’estensione del fenomeno della profilazione razziale da parte delle sue forze di polizia", ha dichiarato il presidente dell’Ecri, Bertil Cottier, durante la conferenza di presentazione del rapporto annuale 2024, pubblicato il 28 maggio. Stando a quanto si legge nel documento, l’Italia è uno dei Paesi europei in cui si riscontrano numerosi episodi di controlli di polizia basati su colore della pelle, origine etnica o presunta religione. Tali pratiche, osserva l’Ecri, non solo violano i valori fondamentali europei, ma alimentano sfiducia e discriminazione sistemica.
Parte integrante del problema è che non se ne conosce appieno la portata. Il report evidenzia infatti la mancanza di una raccolta sistematica di dati e l’assenza di meccanismi efficaci di controllo esterno sulla polizia. Tra i Paesi che hanno adottato buone pratiche segnalate spicca il Regno Unito, dove l’introduzione delle bodycam ha portato a una maggiore trasparenza e alla riduzione delle segnalazioni di profilazione razziale.
La transfobia è una piaga trasversale
Il discorso d’odio contro le persone transgender è ancora diffuso in tutta Europa, spesso alimentato durante le campagne elettorali. "I politici sono tra i principali autori di messaggi transfobici", si legge nel documento, che sottolinea come molti attacchi siano mascherati da preoccupazioni per la "protezione dei bambini". L’Ecri rileva una retorica sempre più aggressiva, incentrata sull’opposizione all’educazione sull’identità di genere nelle scuole e alla possibilità per i minori transgender di ottenere il riconoscimento legale del genere. Tali posizioni, pur spesso presentate come moderate, alimentano una cultura di stigmatizzazione e violenza. Tra le conseguenze, l’alto tasso di disagio psicologico, isolamento sociale e suicidalità tra le persone trans.
Il precedente
Non è il primo richiamo del Consiglio d'Europa all'Italia. Già nell'ottobre 2024 un rapporto dell'Ecri aveva chiesto di istituire un organismo per l’uguaglianza pienamente indipendente ed efficace. L’attuale Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), ha un ruolo importante nel coordinamento, ma "è incompatibile con il requisito di indipendenza di un equality body", sottolinea il testo. La profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine è evidenziata da “numerosi resoconti” di controlli mirati verso cittadini di etnia Rom e persone di origine africana.
Il testo cita esplicitamente dichiarazioni di Matteo Salvini e Roberto Vannacci, ritenute esemplificative dell’inasprimento del linguaggio politico, giudicato “altamente divisivo e antagonista”, che prende di mira rifugiati, richiedenti asilo, migranti, Rom e persone Lgbtqia+.