Tra Civitavecchia e Marina di Carrara ci sono 240 chilometri di distanza e diverse ore di navigazione. È il percorso a cui è stata costretta la nave Sea Watch 5, che giovedì 8 maggio ha tratto in salvo 190 persone nel Mediterraneo centrale. L'operazione è frutto di due interventi. Il primo ha recuperato 56 persone che viaggiavano su un barchino in vetroresina, prima dell'alba. Il secondo ha riguardato un'altra imbarcazione in difficoltà, con a bordo 134 persone.
Le autorità italiane avevano inizialmente indicato il porto di Civitavecchia per lo sbarco. Una decisione già contestata dai volontari: "Il porto assegnatoci dall'Italia anche questa volta è molto più lontano del necessario. Altri 960 chilometri che si aggiungono all'estenuante viaggio già vissuto dalle 190 persone che abbiamo a bordo".
I chilometri di distanza dal luogo del salvataggio ora sono diventati più di mille: "In risposta alla nostra richiesta di un porto più vicino, ci è stato ora assegnato il porto di Marina di Carrara. Questo significa circa 240 km in più rispetto al porto di Civitavecchia. Una manovra politica che ci fa perdere tempo prezioso per i soccorsi". "Far soffrire le persone e tenerci lontani da chi ha bisogno sembra il loro unico scopo", si legge in un post pubblicato dalla Ong.