Attualità
16 luglio, 2025Il colpo di scena nelle inchieste che stanno terremotando il capoluogo lombardo: l'esponente della giunta Sala accusato di "induzione a dare o avere utilità", il re del mattone di "corruzione" insieme all'ex presidente della Commissione Paesaggio. Perquisizioni in Comune. Indagato anche l'archistar Stefano Boeri
Una bufera giudiziaria si abbatte su Milano, con le inchieste sul mattone – ferme da qualche settimana – che ora fanno un immenso salto qualitativo con la richiesta della procura di arrestare (ai domiciliari) l’assessore all’Urbanistica, Giancarlo Tancredi, e altre cinque persone. Le accuse sono pesanti: per l’esponente della giunta di Beppe Sala, i pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, del pool coordinato dall’aggiunta Tiziana Siciliano, contestano l’“induzione a dare o promettere utilità” nei rapporti con l’immobiliarista Manfredi Catella – uno dei più importanti del capoluogo lombardo – a sua volta accusato di “corruzione” con Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione Paesaggio, il cuore pulsante di tutte le storture milanesi in tema di urbanistica. A Tancredi è contestato anche il “falso” per non aver denunciato, secondo le tesi degli inquirenti, una situazione di conflitto d’interessi di Marinoni.
Gli interrogatori di garanzia il 23 luglio
Il prossimo 23 luglio i sei indagati si presenteranno di fronte al gip, Mattia Fiorentini, per l’interrogatorio di garanzia, lo step introdotto la scorsa estate da Carlo Nordio che precede la concessione (o meno) di misure cautelari, personali o reali. Oltre a Tancredi, al “re del mattone” e a Marinoni, al settimo piano del palazzo di Giustizia di Milano sfileranno anche l’ex membro della Commissione Paesaggio, Alessandro Scandurra, e due imprenditori. Per il procuratore capo di Milano, Marcello Viola, “il fenomeno indagato, legato ad alcuni profili di incontrollata espansione edilizia, ha assunto dimensioni di rilievo notevolissimo”. Questa mattina - 16 luglio - la Guardia di finanza si è presentata in Comune a Milano per effettuare una serie di perquisizioni a carico di alcuni funzionari, oltre che nell’abitazione e nell’ufficio dell’assessore Tancredi.
Le accuse a Tancredi
La procura ipotizza che Tancredi, su input di Catella, si sia adoperato per orientare l’iter di un progetto. L’attuale assessore, infatti, prima di entrare nella giunta Sala nel 2021, è stato in Comune per molto tempo dirigente della pianificazione urbana e ha lavorato sui progetti più importanti della città: da City Life alla Darsena, fino ai grattacieli di Porta Nuova. Catella, invece, è presidente del gruppo-colosso Coima, il principale sviluppatore urbanistico in Italia che gestisce 10 miliardi di euro di capitali e che, tra gli investitori, ha fondi sovrani di Singapore, Qatar e Abu Dhabi. Oggi Catella lavora sul villaggio olimpico che sta per sorgere nello scalo di Porta Romana e nei cantieri nell’area, di proprietà del fondo sovrano del Qatar, di Porta Nuova, nel quartiere dove sorge la Torre UniCredit di piazza Gae Aulenti. Per ora, non è ancora chiaro quali forme di “utilità” avrebbe ricevuto Tancredi e quale sarebbe lo scambio corruttivo tra Catella e Marinoni.
Il "sistema" Milano
Quello di oggi – 16 luglio – è l’ennesimo (probabilmente, il più importante) capitolo delle inchieste sull’urbanistica che stanno terremotando Milano che contesta l’esistenza di un vero e proprio “sistema” fatto di autorizzazioni facili per i costruttori, oneri di urbanizzazione al ribasso e nuove costruzioni spacciate per “ristrutturazioni”.
Il "Salva-Milano" su un binario morto
Lo scorso marzo c’era stato il primo grande salto di qualità, con gli arresti domiciliari per Giovanni Oggioni, architetto ed ex vicepresidente della Commissione Paesaggio di Palazzo Marino, ritenuto il presunto “grande manovratore” di un “sistema” di “speculazione edilizia selvaggia” a favore degli interessi dei costruttori. Dopo quell’episodio, dopo essere già stato approvato in sordina alla Camera, si era arenato al Senato il progetto del “Salva-Milano”: voluto fortemente dal sindaco di Milano Beppe Sala per dare regole certe e chiare in tema di urbanistica – per molti non era altro che un condono mascherato –, dopo il passo indietro del Partito democratico il “Salva-Milano” è finito in un binario morto.
Indagato anche Stefano Boeri
Tra gli indagati c'è anche l'archistar Stefano Boeri, per cui però non sono state chieste misure cautelari. Non è la prima volta che Boeri è coinvolto nelle indagini sull'urbanistica: a settembre, infatti, andrà a processo per l'ipotesi di concorso nella "lottizzazione abusiva" per il progetto Bosco Navigli perché - l'ipotesi di reato è praticamente sempre la stessa - quei 12 piani per oltre 40 metri non sarebbero potuti sorgere senza "un piano particolareggiato esecutivo" e "senza approvazione in Consiglio o Giunta comunali della convenzione con i costruttori". A febbraio, poi, di fronte alle accuse di "turbativa d'asta" e "falso" e alle richieste di domiciliari da parte della procura, alla fine era stato interdetto dalla possibilità di lavorare per la pubblica amministrazione e dalla partecipazione a commissioni di concorso in un'altra inchiesta sulla gara per la Beic, la Biblioteca europea di informazione e cultura che sorgerà sempre a Milano
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