Attualità
18 luglio, 2025Il caso dell'attivista di Extinction Rebellion portata negli uffici della polizia: "Così mi viene restituita dignità". Il giudice: "Nessuna 'prassi' può giustificare comportamenti contra legem, nessuna prassi poteva permettere l’utilizzo di modalità vessatorie e umilianti"
Aveva fatto discutere il caso delle perquisizioni agli attivisti e alle attiviste di Extinction Rebellion, che avevano denunciato di esser state fatte spogliare e costrette a fare piegamenti in stanze – spesso fatiscenti – di alcune questure italiane. Ora, per uno di quegli episodi – il 25 luglio del 2024, Valentina Corona era stata portata via dopo una dimostrazione in occasione del G7 Scienza e Tecnologia a Bologna e poi costretta a togliersi i vestiti in questura – il gip Letizio Magliaro ha chiesto alla procura di indagare non l’agente di polizia che materialmente ha realizzato la perquisizione – per lei è stata disposta l’archiviazione, come chiesto dalla procura – ma il sostituto commissario della questura di Bologna, che l’avrebbe ordinata. Non era stato un caso isolato: il 14 gennaio del 2025, le stesse accuse alla polizia erano arrivate dopo un sit-in pacifico di fronte ai cancelli di Leonardo, a Brescia.
"Perquisizioni e ispezioni personali arbitrarie"
L’accusa nei confronti del sostituto commissario, nel caso in cui dovesse essere iscritto nel registro degli indagati, sarebbe quella di “Perquisizioni e ispezioni personali arbitrarie”. “Non si può non rilevare – si legge nell’ordinanza del gip – come l’accompagnamento dei presunti autori del reato nella locale questura non fosse necessario ai fini della loro identificazione, dal momento che viene esplicitamente riferito che tutti i manifestanti avevano permesso la loro identificazione mostrando i documenti d’identità, dei quali non vi era alcuna ragione di ritenere la falsità”. Ma c’è un altro passaggio, rilevante, nelle parole del giudice del tribunale di Bologna: “La perquisizione di cui si tratta – scrive – deve ritenersi eseguita fuori dai casi previsti dalla legge”, “con modalità tali da renderla abusiva” e che “appare inverosimile, priva di ogni fondamento, non normativamente prevista, la giustificazione di rintracciare possibili strumenti idonei a provocare atti di autolesionismo”.

"Nessuna 'prassi' può giustificare comportamenti contra legem"
Difendendo l’operato delle forze di polizia, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva parlato di “regolare prassi”. Ma “è evidente – scrive il gip – come nessuna ‘prassi’ possa giustificare comportamenti contra legem, tanto più se realizzati da pubblici ufficiali: nessuna prassi poteva derogare alla necessità di un fondato motivo per procedere alla perquisizione; nessuna prassi poteva permettere l’utilizzo di modalità vesastorie e umilianti in assenza di altrettanto fondato motivo per il loro impiego”. Bisogna “concludere – si legge nelle dieci pagine di ordinanza, in cui il gip argomento la sua richiesta alla procura – che il sostituto commissario, ordinando la perquisizione, sapeva e voleva che la perquisizione sarebbe stata eseguita secondo la ‘prassi’ (cioè spogliando l’attivista, alla ricerca di “manoscritti o altro materiale di propaganda”, ndr) e quindi con le modalità poi effettivamente realizzate, e quindi del tutto arbitrariamente”. In "tale contesto - scrive ancora il giudice - appare dunque che la perquisizione in esame sia stata realizzata con abuso di potere da parte dei pubblici ufficiali".
"Mi viene restituita dignità"
La decisione del gip, a seguito dell’opposizione all’archiviazione avanzata dal legale dell’attivista, Ettore Grenci, è stata salutata con favore da Valentina Corona. “A distanza di un anno dagli eventi viene finalmente restituita dignità a me e a chissà quante altre persone senza voce oltre a me”, sottolinea l’attivista. “Il gip afferma chiaramente che quel giorno ho subito una grave violazione dei miei diritti di persona: oggi più che mai è fondamentale ribadire con forza che manifestare non è un reato. Chi esprime dissenso non deve rischiare di andare incontro a trattamenti del tutto arbitrari e per questo illegittimi”.
“La polizia ha il ruolo e il dovere di proteggere i cittadini, a maggior ragione quando si trovano, anche temporaneamente, sotto la sua custodia – spiegano da Extinction Rebellion –. In uno stato democratico non può esserci spazio per una gestione dell’ordine pubblico basata su abusi e intimidazioni, sempre più frequenti nelle Questure e nelle piazze italiane per ordine del Governo. A prescindere da come andrà a finire, è essenziale che storie come queste vengano portate alla luce e vengano sottoposte a un processo trasparente. Ne va del futuro della nostra democrazia”.
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