Attualità
24 luglio, 2025I numeri allarmanti del nuovo dossier “Piccoli schiavi invisibili”. I fenomeni più diffusi sono i matrimoni forzati, lo sfruttamento sessuale e quello lavorativo. Le ragazze sono le più colpite
Negli anni la schiavitù ha cambiato forma, si è trasformata, si è adattata alle moderne forme di lavoro e sfruttamento, ma non è mai scomparsa. E oggi, una persona su quattro in questa condizione è minorenne. In termini assoluti la realtà diventa ancora più drammatica, perché sono 12,3 i milioni di minori che vivono in forme di schiavitù e sfruttamento. I dati allarmanti emergono dal dossier “Piccoli schiavi invisibili” di Save the Children.
Di quei 12,3 milioni, la maggior parte – circa 9 milioni – è coinvolta in matrimoni forzati, mentre i restanti 3,2 milioni sono suddivisi tra sfruttamento sessuale (1,6 milioni) sfruttamento lavorativo o in attività illecite (1,3 milioni) e lavori forzati imposti dalle autorità statali (320 mila). Tra le vittime minorenni nel mondo, le ragazze sono il 57 per cento e, nel loro caso, sei volte su dieci lo sfruttamento è di tipo sessuale, mentre i ragazzi sono coinvolti per lo più – nel 45 per cento dei casi – in situazioni di lavoro forzato.
I Paesi più colpiti sono quelli dell’America centrale e dei Caraibi – qui oltre tre vittime su cinque, il 67 per cento, ha meno di 18 anni. Seguono Africa Subsahariana (61 per cento) e i Paesi del Nord Africa (60 per cento). Per quanto riguarda l'Europa, nel 2023 le vittime minorenni di tratta costituiscono il 12,6 per cento. In Italia, spiega il rapporto di Save the Children, la tratta e lo sfruttamento dei minori "rappresentano una realtà sommersa, che coinvolge sia flussi migratori internazionali sia contesti interni di vulnerabilità sociale”.
La tecnologia, poi, gioca un ruolo nelle nuove forme di schiavitù e sfruttamento. “La digitalizzazione della società contemporanea ha profondamente trasformato il panorama della tratta e dello sfruttamento minorile – si legge nel dossier “Piccoli schiavi invisibili” –. In questo contesto si parla sempre più spesso di 'e-trafficking', che include tutte le forme di tratta e sfruttamento di esseri umani che si avvalgono in modo determinante delle tecnologie digitali, sia per il reclutamento, l'adescamento e il controllo delle vittime, sia per la gestione logistica, il pagamento e la distribuzione dei profitti”.
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