Attualità
8 luglio, 2025In piena emergenza climatica, con incendi in tutta la Penisola, gli Erickson S64F potrebbero riversare 10 mila litri d’acqua in meno di un minuto, ma non possono essere utilizzati
Vista dall'alto, l'Italia d'estate è un mosaico di fiamme e fumo, un paesaggio ferito da incendi boschivi sempre più violenti e diffusi. Nel pieno di quest'emergenza, i più potenti elicotteri antincendio d’Europa, gli Erickson S64F dei Vigili del fuoco italiani, sono fermi a terra. Non per guasti o per mancanza di personale - spiega il Corriere - ma per un problema amministrativo.
La dicitura ufficiale sarebbe una "indisponibilità per causa burocratica". Dal 26 giugno, infatti, questi mezzi, capaci di scaricare fino a 10 mila litri d’acqua in meno di un minuto, sono bloccati e il centro operativo di Ciampino è inattivo. Tutto parte da una normativa europea entrata in vigore nel 2012 che richiede ai piloti di velivoli civili di possedere una licenza rilasciata dall'Agenzia europea per la sicurezza aerea. Gli elicotteri Erickson S64F, sebbene siano usati dai Vigili del fuoco italiani per spegnere gli incendi, non sono considerati "velivoli di Stato" dal punto di vista giuridico. Questo significa che, anche se operano per un ente pubblico, sono trattati come velivoli civili, e quindi sottoposti alle regole europee, compreso l’obbligo della licenza per i piloti. Nel 2019, per permettere ai piloti dei Vigili del fuoco di continuare a volare nonostante non avessero la patente apposita, l’Enac (l’Ente nazionale per l’aviazione civile) ha creato un percorso formativo speciale: un’eccezione che consentiva di ottenere comunque un’abilitazione valida.
Questo sistema ha funzionato senza problemi per cinque anni, con le abilitazioni che venivano regolarmente rinnovate. Poi, il 31 gennaio 2024, l'Enac ha cambiato linea: ha interrotto i rinnovi regolari delle licenze e ha iniziato solo a trascrivere i nomi dei piloti in un registro secondario, l'Appendice nazionale. La motivazione ufficiale è stata la "mancanza di requisiti" da parte dei piloti. Ma qui nasce il paradosso: quei requisiti erano gli stessi che l’Enac aveva stabilito e approvato nel 2019 per avviare il percorso speciale. In sostanza, l’ente ha smentito se stesso, creando un vuoto normativo che ha portato al blocco completo delle licenze. Così i piloti che fino al giorno prima erano considerati idonei, da un momento all’altro si sono ritrovati senza una licenza formalmente valida, anche se nulla era cambiato nel loro addestramento.
Dopo alcuni dubbi sollevati da un incidente sospetto, un pilota ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato, che ora attende spiegazioni ufficiali dall’Enac. Nel frattempo, però, l’intero sistema è bloccato. Nessuno vuole rischiare di far volare gli elicotteri senza una copertura normativa chiara. Intanto, per fronteggiare gli incendi, lo Stato si vede costretto ad affidarsi ad aziende private, che utilizzano velivoli meno performanti – come i Canadair, che trasportano la metà dell’acqua degli S64F – e hanno costi nettamente superiori.
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