Attualità
8 settembre, 2025Il padre della ventiquattrenne le ha anche ordinato più volte di "cambiare cognome". Antinoo Arcigay: "Gravissimo". A marzo a Ercolano c'era stato un altro episodio di lesbofobia
Non accettava l’orientamento sessuale della figlia, che aveva l’unica “colpa” di essere omosessuale. Ma le minacce si sono presto trasformate in tentativi di violenza fisica. Per questo ieri — 7 settembre — un uomo di 51 anni è stato arrestato a Napoli con l’accusa di “atti persecutori” e “maltrattamenti in famiglia”.
Era da settimane che l’uomo vessava la figlia di 24 anni. Fino a ieri, quando si è presentato nel bar in cui lavora, in zona Santa Chiara in pieno centro storico, ripetendole ossessivamente l’ordine di “cambiare cognome”. Dopo la sfuriata di fronte ai clienti del bar, se n’è andato per poi tornare, qualche ora più tardi, davanti all’abitazione in cui la ragazza vive con la madre iniziando a bussare violentemente. L’arrivo degli agenti di polizia non è riuscito a calmare l’uomo che ha continuato a minacciare di morte la figlia. Poi l’arresto e il trasferimento in carcere.
“Esprimiamo la nostra più totale e incondizionata solidarietà alla giovane donna vittima dell’odio e della violenza del padre — si legge in una nota di Arcigay Napoli firmata dal presidente, Antonello Sannino —. L’ennesimo, gravissimo episodio di lesbofobia in famiglia che si registra sul nostro territorio ci lascia sgomenti e ci spinge a ribadire con ancora più forza la necessità di un cambiamento culturale profondo. Come Antinoo Arcigay Napoli, ci mettiamo sin da ora a completa disposizione della ragazza per offrirle tutto il supporto di cui avrà bisogno, sia dal punto di vista umano che legale e psicologico. I nostri sportelli e i nostri professionisti sono pronti ad accoglierla e a seguirla in questo difficile percorso. Nessuna deve sentirsi sola di fronte a tanta violenza”.
Solo qualche mese fa, sempre in Campania, a Ercolano, si era verificato un altro episodio di lesbofobia. A marzo 2025 i genitori di una diciannovenne erano stati arrestati — con le accuse, pesanti, di “sequestro di persona” e “maltrattamenti in famiglia” — perché, oltre a minacciare di dare fuoco all’abitazione in cui la figlia vive con la fidanzata, si erano presentati a casa di un’amica da cui le due avevano trovato rifugio e avevano preso con la forza e trascinato in macchina la diciannovenne.
E a gennaio, nel quartiere Poggioreale di Napoli, un 48enne era finito in manette per maltrattamenti nei confronti del figlio di 15 anni. Anche in quel caso, a non essere accettato era l’orientamento sessuale del ragazzo che, in un’occasione, era anche stato aggredito con una chiave inglese.
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