Giornata Mondiale dell’Asma 2025: una malattia che colpisce 262 milioni di persone

Incidenza in aumento, anche in Italia. Inquinamento e cambiamento climatico tra le cause principali. Dieci regole per migliorare l’aria che respiriamo

L’asma non è solo una condizione medica, ma un indicatore della qualità dell’aria che respiriamo e della salute dei nostri ambienti. Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss), l’asma rappresenta la malattia cronica respiratoria più frequente in età pediatrica in Italia, con una prevalenza generale stimata attorno al 10%. Negli adolescenti italiani, la prevalenza dell'asma attiva varia dall'1,7% (senza rinite) al 5,1% (con rinite) fino al 10,7% (con rinocongiuntivite) .

L’asma nel mondo: dati globali e differenze regionali

Secondo una rielaborazione di Our World in Data su quanto pubblicato dall'Institute for Health Metrics and Evaluation e dal Global Burden of Disease Study, a livello globale l’asma colpisce circa 262 milioni di persone, con una prevalenza standardizzata per età di 3.415,53 casi ogni 100.000 abitanti, nel 2019. La mortalità per l'asma continua a diminuire e oggi si attesta su 5,8 decessi ogni 100.000 abitanti.

Le differenze regionali sono significative: in Nord America, la prevalenza è dell’8,29%, mentre in Europa è del 5,69%. In alcuni Paesi, come Stati Uniti, Regno Unito e Portogallo, la prevalenza standardizzata per età supera i 9.000 casi ogni 100.000 abitanti .

Inquinamento e cambiamento climatico: alleati dell’asma

L'asma è in aumento nelle zone urbane, dove l'inquinamento atmosferico, in particolare il biossido di azoto derivante dal traffico, rappresenta un fattore di rischio significativo. Inoltre, studi recenti hanno evidenziato una correlazione tra le fluttuazioni dell’aridità e l’incidenza dell’asma in Italia, suggerendo che i cambiamenti climatici possono influenzare la salute respiratoria. 

Ma non è tutto: a dare maggiori problemi alla respirazione è l’aria che respiriamo negli ambienti chiusi, come scuole, palestre e uffici, che possono presentare alte concentrazioni di elementi inquinanti come il microparticolato PM10, PM2,5, biossido d’azoto (NO2), formaldeide, benzene, oltre ad altri elementi biologici quali allergeni, acari, e muffe che producono sostanze irritanti.

Il decalogo Iss per migliorare l’aria indoor

Per supportare i cittadini nell'evitare pericoli per la respirazione, l’Istituto superiore di sanità ha pubblicato un decalogo per migliorare la qualità dell'aria negli ambienti chiusi. Le raccomandazioni includono:

  1. Arieggiare frequentemente gli ambienti.
  2. Mantenere una temperatura e umidità adeguate.
  3. Evitare l'uso di prodotti chimici aggressivi.
  4. Ridurre l'esposizione al fumo di sigaretta.
  5. Utilizzare purificatori d’aria in ambienti chiusi.
  6. Pulire regolarmente i filtri di condizionatori e riscaldamenti.
  7. Limitare l'uso di candele e incensi.
  8. Preferire materiali da costruzione a bassa emissione di sostanze volatili.
  9. Evitare l'accumulo di polvere e umidità.
  10. Monitorare la qualità dell'aria con dispositivi adeguati.



 

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