Anch’io mi sono affidato alla scienza. E credevo che dopo le vicissitudini di Galileo Galilei non fosse più un problema. Però mi ritrovo nel girone dei dannati – o degli sciagurati o degli avventati? – degli Open Day di Astrazeneca.
Il pomeriggio del 21 maggio mi sono iscritto all’Open Day della Regione Lazio per ricevere la prima dose di Astrazeneca. Allora era consigliato agli over 60 però non sconsigliato agli under 60. L’ho fatto seguendo il principio: prima è meglio, per gli altri e per me.
Come decine di migliaia di miei coetanei e come decine di miei amici avvisati con incontenibile euforia, ho scaricato l’applicazione indicata dalla Regione Lazio che si chiama “U First”, di proprietà del giovane Paolo Barletta, rampollo di una famiglia di costruttori romani, noto per essere socio di Chiara Ferragni. Il giorno dopo, sabato 22 maggio, in orario di coprifuoco, mi hanno vaccinato a Roma.
Nella Regione Lazio vige l’autodeterminazione vaccinale. Un’altra frontiera superata dalla democrazia diretta che poi genera la confusione indiretta. I vaccinati di marzo o aprile o anche di maggio e persino di giugno hanno avuto la facoltà di scegliersi la marca del vaccino scrutando le offerte, esaminando gli ingredienti e meditando sugli effetti, come agli scaffali del supermercato o al tavolo del ristorante. Agli over 60 era prescritto Astrazeneca, ma è stato sistematicamente rifiutato. A Roma si narrano leggende di over 60 che hanno battuto intere province per accaparrarsi Moderna e Pfizer. Così la Regione, per smaltire le scorte in eccesso, ha proposto Az agli under 60 con una sorta di liberatoria di coscienza: stanno qua, vedete se vi conviene. Nessuno vi obbliga!
Dopo la tragedia di Camilla, la 18enne di Genova morta dopo la prima dose di Astrazeneca, le autorità sanitarie italiane si sono riunite per decidere le restrizioni in risposta a un evento drammatico e però prevedibile secondo le statistiche provenienti dalla Gran Bretagna.
A differenza della prima volta, a inizio giugno, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha bloccato Astrazeneca per gli under 60 anche per il richiamo, proprio mentre migliaia di under 60 - insegnanti e militari sempre under 60 - stavano completando il ciclo vaccinale con lo stesso siero anglosvedese. Per far sorbire il miscuglio di vaccini, esoticamente definito eterologa, tipo Astrazeneca più Moderna o Astrazeneca più Pfizer, il governo ha recuperato studi svolti in Spagna o in Gran Bretagna mesi prima e per tutti quei mesi beatamente ignorati. Per essere ancora più convincenti, anche il presidente Mario Draghi, come la cancelliera tedesca Angela Merkel, ha aderito all’eterologa nonostante da una dozzina di anni non sia più fra la categoria degli under 60. L’Aifa europea – cioè l’Ema – invece non ha cambiato la prescrizione per Astrazeneca.
Poi all’improvviso il governo si è accorto che il dieci per cento degli under 60 rifiutava l’eterologa e il divieto si è trasformato nella solita porta quasi aperta o quasi chiusa di molte regole italiane. E dunque il premier Draghi, anche abbastanza piccato, ha spiegato che gli under 60 che non accettano l’eterologa, che resistono ai suggerimenti dei medici, insomma che se la sentono, possono fare il richiamo con Astrazeneca. In questa ipotesi, remota, si è inserita la Regione Lazio, che ha sempre il magazzino strabordante di Astrazeneca. L’assessore Alessio D’Amato, per arginare l’avanzata della variante Delta, ha bandito l’anticipo dei richiami per Pfizer da 35 a 21 giorni, di Moderna da 35 a 28 giorni e di Astrazeneca da 76 a 55 giorni. A noi dannati degli Open Day è stato girato il dilemma: preferisci fare il richiamo con Astrazeneca tra un paio di settimane o con Pfizer tra un mese? Io preferisco che siano le autorità sanitarie a dirmi cosa fare. E la Regione Lazio la smettesse di interpretare le regole (lo ammettiamo, blande) per vincere il campionato italiano delle siringhe esauste.
Curiosità. Siccome i vaccinati degli Open Day non esistono per il registro delle prenotazioni delle Regione Lazio, finora sono gli unici che non possono anticipare o posticipare neanche di un giorno la data del richiamo.
Però sempre noi, dannati degli Open Day, possiamo entrare sul portale della Regione Lazio con la nostra tessera sanitaria e il nostro codice fiscale e fissare l’appuntamento per una prima dose. Al momento, è disponibile soltanto Johnson & Johnson. A questo punto, che dite, mi candido per l’esperimento di un nuovo mix?