Il copione è stato (quasi) lo stesso degli scorsi anni: il rito del “presente” accompagnato da centinaia di braccia tese. La commemorazione per Sergio Ramelli, aggredito a Milano da militanti di Prima linea e morto il 29 aprile di 50 anni fa, non è solo il ricordo di una vittima della violenza politica degli anni Settanta, ma il ritrovo del neofascismo italiano. Ma da un palazzo di via Paladini, dove c’è lo striscione in ricordo del militante del Fronte della gioventù, qualcuno ha “rovinato” il momento mettendo a tutto volume Bella ciao (tra qualche insulto e lanci di petardi dei presenti). Più di duemila le persone hanno partecipato al corteo, le sigle erano le solite: da Casapound a Forza Nuova, da Lealtà e Azione alla Rete dei patrioti.