Cultura
24 settembre, 2008

Fluida e libera, la donna di Etro, Ferragamo e Prada

Fluidi i sari e i pantaloni larghi portati in passerella da Veronica Etro, mentre Cristina Ortiz per Ferragamo punta su pepli verde acido e abiti impalpabili. Albino calibra tagli e volumi, Miuccia stupisce con abiti stropicciati e da allacciare a piacere. Ma i tacchi sono talmente alti da far cadere le modelle in passerella

Cristina Ortiz, designer di Ferragamo, punta sulla fluidità estrema sin dalle prime uscite della sua sfilata alla Borsa di Milano. Si comincia con un lungo peplo verde acido, avvolgente. La schiena è nuda, sagomata da bretelle criss cross. Seguono abiti impalpabili giallo maionese, verde acqua, rosa chewing gum. I pantaloni melanzana sono ampi, le borse vanno dal maxi al mini: per il giorno grandi sacche di coccodrillo, per la sera pochette di metallo a forma di fagiolo, in cui entrano  a malapena l'Ipod, il rossetto e le chiavi di casa. La maison è in vena di celebrazioni: alla Triennale di Milano si inaugura la mostra "Salvatore Ferragamo Evolving Legend 1928-2008".
Per l'occasione Cristina Ortiz ha ripreso dall'archivio la scarpa Opanca che fu, all'epoca, un modello d' avanguardia; Salvatore aveva capito tra i primi che occorreva seguire la linea del piede. Oggi la creativa spagnola reinterpreta la storica calzatura inserendo placche metalliche sul tallone. In prima fila uno stuolo di personalità accorse a celebrare l'anniversario della griffe fiorentina. Tra questi Vittoria Puccini, Melba Ruffo e last but not least Roberto Bolle, il ballerino protagonista della campagna pubblicitaria.

"Ho voluto presentare una donna non aggressiva; nulla le costringe il corpo, si deve sentire libera e rilassata" spiega Veronica Etro nel backstage dopo la sfilata avvenuta al Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi. Di freddo però qui non c'è nulla. Si riconoscono, sui pantaloni larghi e sui sari, i motivi Paisley che hanno reso famoso il marchio. I caftani trasparenti invece sono disegnati a batik. Per il giorno la stilista punta su tailleur pantaloni rilassati, effetto pigiama-chic.
In contrasto con tanta leggerezza e fluidità, ecco le giacche da samurai tempestate di specchi e pietre preziose. Anche qui, come da Ferragamo, una profusione di vestiti a mongolfiera ampi e ariosi, sui toni del menta, del lavanda, del corallo e del celeste. In quanto agli accessori spiccano le micro pochette in plexiglass o madreperla. Per i viaggi borse porta-binocolo in tela o coccodrillo che si portano a tracolla o si allacciano in vita. I sandali a stiletto sono infradito in cuoio, lizard o tempestati di pietre dure.
"Calibrare tagli e volumi, abbinare alle linee rigide dei disegni concentrici" sintetizza Albino, uno degli stilisti italiani di nuova generazione. Dietro la sua collezione si intuisce un'accurata ricerca. Il creativo romano ha preso spunto dall'Art Déco, da Gaudì e dal Bauhaus tedesco per dare vita a una serie di vestiti da cocktail e da sera sartoriali e al tempo stesso leggeri. I cappotti diventano abiti, i colori sono delicati, quasi polverosi: rosa spento, lilla e grigio. Anche qui, come da Ferragamo, la schiena è nuda; talvolta Albino usa i gancetti della corsetteria per strizzare le gonne. I pantaloni sono larghi, bianchi o neri, e si fermano a metà polpaccio; si abbinano a sandali "fetish" di seta dal tacco alto. Li ha realizzati David Wyatt, un designer inglese di cui si sentirà ancora parlare.

Estremi più che mai i tacchi di Miuccia Prada. Una modella, magra da far paura, non ce la fa più, barcolla e si toglie le scarpe. Il pubblico intenerito la applaude. Alti almeno 15 centimetri, si stringono alla caviglia con un laccetto. Davanti una zeppa a calibrare la vertigine. "Dopo il successo del pizzo della scorsa stagione, ora ricomincio dal concetto del primitivo" ha spiegato la stilista prima di presentare la collezione che è stata applauditissima. Eccola allora la nuova Wilma del cartoon degli "Antenati" rivisitata in chiave modaiola. Gonne, mantelline e top sono in seta o cotone, con inserti metallici che danno ai completi un'aria stropicciata-chic, effetto carta dei cioccolatini. Si tengono su da soli come fossero in rilievo. Molti top sono reggiseni a coppe, la pancia è scoperta. Tanti nastri neri a decorare le gonne, qua e là anche qualche short-culotte da Folies Bergères. I colori? Ruggine, marrone, terra di Siena, ma anche il bianco o il nero. Le borse sono pochette morbide da tenere in mano come un fazzoletto. Ci sono anche i tubini: stampati effetto serpente, a quadretti bianchi, rossi e blu ricordano il gioco della battaglia navale. Si chiude con tailleur e vestiti tubolari d'oro. Il classico bene rifugio cui forse anche Miuccia Prada guarda con interesse, visti i tempi difficili.

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