Cosa c'è sotto il tappeto rosso di Cannes? Come si convince un'attrice a scegliere una griffe? Quanto conta l'amicizia? L'Espresso ha cercato di capire come funziona la Montée des Marches, un importante veicolo di immagine.
La Croisette ha una visibilità mediatica planetaria, dura undici giorni: non finisce in una sola notte come gli Oscar. Per molte star è fonte di ansia. Eppure molte attrici hanno ricevuto in anticipo il bozzetto dell'abito, hanno fatto un paio di prove nella loro città di appartenenza (Los Angeles, Londra o Parigi). Eppure, tra strilli e capricci, sono terrorizzate all'idea di apparire goffe. Alcune nemmeno portano la borsetta per non apparire impacciate. Spiega Carlo Mengucci, responsabile delle celebrities di Alberta Ferretti: "Vivono la faccenda come le spose alla cerimonia". Ecco come funziona.
LE SUITE
Il quartier generale di Dior è al Majestic ma molte case di moda si concentrano al Martinez. Si trova al 73 del Boulevard de la Croisette, a 500 metri dal Palais du Festival. Le suite sono prenotate, con mesi di anticipo. Al Martinez ci sono i quartier generali di Emilio Pucci, Versace e Alberta Ferretti. Ogni Maison si porta dietro due o tre sarte che aggiustano, accorciano, allargano.
IL RUOLO DEGLI STYLIST
Non sono i designer ma i consulenti di immagine che "vestono" attori e attrici. Alcuni lavorano in una casa di moda, altri sono freelance assoldati per l'occasione. In America, una delle più famose si chiama Rachel Zoe ed è diventata, a sua volta, una celebrity. Guadagna 6000 dollari a look. Altre autorità nel campo sono le gemelle Nina e Claire Hallworth. In Italia i cachet dei "vestitori" sono più bassi ma la professionalità è la stessa. L'arte di arrangiarci, tipicamente italica, può fare la differenza. Racconta Andreas Mercante, in questi giorni, assoldato da Pucci, che può capitare di vestire una celebrity per uno scherzo del destino: l'apertura dello shampoo in valigia. E' successo l'anno scorso alla scrittrice -drammaturga Amanda Sthers che fu addobbata, in emergenza, da Moschino.
I TRUCCHI DEL MESTIERE
Donatella Versace, prima di affrontare Cannes, predispone, insieme al suo ufficio-celebrities, tre modelli di sandali nei colori passe-partout: nero, cipria, oro chiaro e argento in modo che si possano abbinare facilmente. Le star hanno il terrore di inciampare così vogliono sandali ben allacciati alla caviglia. L'ideale è una calzatura con il doppio plateau (doppia zeppa davanti e dietro) che dà stabilità. Non è male aggiudicarsi qualche celebrity anche per le feste collaterali come quella organizzata da Calvin Klein. Lo stilista Francisco Costa aveva tutte le star al suo cospetto anche perché pare fosse una dei party più divertenti. Tira parecchio anche il Blue Carpet, ovvero le proiezioni notturne che iniziano intorno alle 22.30.
LE BOUTIQUE
I giorni del Festival sono un palcoscenico anche per inaugurare. Roberto Cavalli apre un monomarca al 67 di Boulevard de la Croisette. La porta accanto ci trovate il multibrand 51 Montaigne, dove in questi giorni Dirk Bikkembergs, ha dato il via ad uno spazio. In quanto a Chanel, accanto alla storica boutique, gioca la carta del temporary shop di 300 metri quadrati sui toni del nero e dell'oro con proposte di pret-à-porter e un angolo per gli accessori, il trucco e i gioielli.
LE COLLEZIONI AD HOC
La Montée des Marches è fonte di ispirazione. Sergio Rossi crea un sandalo in raso di seta rosso con due farfalle che abbracciano la caviglia. La pochette è tempestata di cristalli Swarovski. E, a proposito di Swarovski (anche in questo caso una suite al Martinez), ogni attrice ha ricevuto in regalo un cofanetto con diversi gadget: una pochette in raso nero, un paio di occhiali da sole (indossati da Gong Li), un profumo, un dolcetto, e un cd con la colonna sonora di "Scarpette rosse". Diverse case di gioielli sono coinvolte nella corsa all'attrice, tra queste Bulgari, De Grisogono (Bianca Balti) e Chopard. In questi casi la restituzione del monile è imperativa.
I CACHET
Quasi tutte le Maison giurano di non pagare le celebrities, tutti parlano di scambio equo, ma i dubbi restano. Spiega la press agent e stylist Vanessa Bozzacchi (ha vestito in questi giorni Gaia Bermani Amaral per Cavalli): "In gergo si chiamano Contratti per Indosso: si stabilisce il numero di occasioni nelle quali l'attore, durante l'anno, dovrà portare un capo, anche fuori dal tappeto rosso, comunque in Europa, di soldi ne girano pochi". Dopo essere salite e scese dalle scale del Palais du Cinéma le attrici, spesso, sono "costrette" a restituire il vestito. Poche sono fedeli ad una sola griffe, caso simbolo: Margherita Buy che, anche questa volta, ha scelto Giorgio Armani per la presentazione del film di Nanni Moretti "Habemus Papam". "Re Giorgio" a questo giro, oltre a vestire gli attori sul tappeto rosso, entra nella pellicola più attesa: infatti sono suoi i costumi di Sean Penn nel film di Terrence Malick "L'albero della vita".
LA GUERRA E' GUERRA
A Cannes, par di capire, la conquista del red carpet è un arrembaggio, ma si combatte ad armi pari. Non così a Hollywood per la notte degli Oscar. Secondo Harper's Bazaar, a dettar legge in California, sarebbe Georgina Chapman con il suo marchio Marchesa. Una situazione che fa infuriare diversi stilisti europei. Essendo moglie del potente produttore Harvey Weinstein, la Chapman "obbliga" le attrici a portare i suoi vestitoni. Tra le "vittime" della Chapman, Anne Hathaway e Helena Bonham Carter. Sulla Croisette, Marchesa ha tenuto un basso profilo. Meglio così, è giusto che vincano i vestiti più belli. In fin dei conti è come un campionato di calcio. Nella "A list" figurano Angelina Jolie, Penelope Cruz, Uma Thurman. Chi le ha vestite in questi giorni ha fatto bingo.
Cultura
19 maggio, 2011Alla scoperta di trucchi e segreti di stylist e case di moda e gioielli per vestire la celebrity 'giusta' ai festival cinematografici
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