Tunisia, primavera 2011. La protesta s'è accesa, consumata, propagata. C'è in giro la vivacità, fragile e intensa, di un nuovo inizio, come se il tempo avesse accelerato e ora stesse definendo, di nuovo, la sua marcia.
Guardando le foto di Francesco Cabras, che del Paese ha scelto di attraversare i territori sospesi dove sono raccolti "I tesori romani di Cartagine e della Tunisia imperiale", torna in mente quello che ha scritto Marc Augé a proposito delle rovine, come luogo "del tempo puro che permette di sfuggire al tempo che passa, al tempo della storia".
Cabras, fotografo e regista, sembra partire da questo dato, ma senza accontentarsi, senza fermarsi sulla soglia della separazione tra la storia fuori dalla storia e la sequenza incerta e contaminata degli eventi correnti. Le sue immagini celebrano più la presenza, nello scenario rinfrescato del Paese, del monumentale passato: il suo innesto nel paesaggio e in una vicenda culturale che è sempre una parentesi aperta, un'esperienza che non si consuma.
Montati insieme da uno sguardo non solo documentante ma narrante, profondità dei paesaggi, prospettive accese, dettagli metafisici raccontano l'esistenza di una storia nell'altra. I segni mantengono il loro senso e l'intreccio con la terra che li ha conservati ne produce di nuovo. Perché, tornando a Augé, "abbiamo bisogno di ritrovare il tempo per credere alla storia. Questa potrebbe essere oggi la vocazione pedagogica delle rovine".
La Tunisia esce dalla sua primavera con aspettative e speranze già mescolate al fare e nella pace delle campagne tra Dougga, Cartagine, Oudhna e Bulla Regia, dove le rovine si fondono naturalmente ai rampicanti e al cielo, si specchia la pace ritrovata dopo la rivoluzione. A commissionare la mostra "Memoranda, tesori romani di Cartagine e della Tunisia imperiale", curata da Ada Grilli, è stato Azedine Beschaouch, ministro della Cultura del governo tunisino di transizione, archeologo e storico di fama, ex direttore dell'Istituto nazionale di arte e archeologia di Tunisi. Un chiaro invito a conoscere e riconoscere il Paese che ha dato l'avvio alla rivoluzione politica e culturale nel Nordafrica e nel Medioriente e a non lasciarlo relegato a un'idea confusa di conflitto irrisolto, di ferite non ancora sanate del tutto. Non ci sono nuove rovine in Tunisia, c'è solo del nuovo, della pace e della bellezza.
'Memoranda - tesori romani di Cartagine e della Tunisia imperiale', foto di Francesco Cabras e documentario di Enzo Aronica
Dal 22 giugno al 3 luglio a Roma, Villa Celimontana, nella sede della Società Geografica Italiana, via della Navicella 12