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Migranti, nessuna risposta sulla strage di Melilla: «Spagna e Marocco insabbiano la verità». Le notizie dal mondo

di Chiara Sgreccia   23 giugno 2023

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La Francia reprime il dissenso ambientalista. L’esercito israeliano uccide ancora. Tunisia e Fmi non trovano l’accordo per evitare la crisi. E i cinesi cercano l’aiuto divino. Ecco i fatti della settimana

Nessuna risposta sulla stage di Melilla
«A un anno dalla strage di Melilla, le autorità spagnole e marocchine non solo continuano a negare ogni responsabilità ma impediscono ogni tentativo di scoprire la verità», ha dichiarato la segretaria generale di Amnesty International, Agnès Callamard. Il 24 giugno 2022, 37 persone sono morte nell’enclave spagnola dopo che circa 2 mila migranti hanno tentato di attraversare il confine dal Marocco alla Spagna. Almeno altre 76 sono ancora disperse. «Le autorità non hanno fatto alcun tentativo di rimpatriare i resti delle vittime, 22 corpi sono ancora in un obitorio in Marocco», si legge sul sito di Amnesty. Né le autorità spagnole né quelle marocchine sono riuscite a fornire un elenco completo dei nomi delle vittime e delle loro cause di morte o i filmati delle telecamere a circuito chiuso che potrebbero servire per aprire un’indagine.

Il collettivo ambientalista Les Soulèvements de la Terre è stato sciolto
Così la Francia continua a reprimere il dissenso. La conferma è arrivata dopo il Consiglio dei ministri dello scorso 21 giugno. Ma, come ha dichiarato il ministro dell’interno francese Gérald Darmanin la procedura era iniziata il 28 marzo, pochi giorni dopo gli scontri che erano avvenuti a Sainte-Soline: «Con il pretesto di difendere la salvaguardia dell'ambiente, Les Soulèvements de la Terre incita a commettere sabotaggi e danni materiali, anche con la violenza», si legge nel decreto con cui governo decreta lo scioglimento. Elencando una serie di azioni commesse dal collettivo, tra cui gli«attacchi fisici contro la polizia». Gli ambientalisti rispondono che il Governo sta provando sciogliere il loro movimento ma non può fermare la rivolta. Sono infatti tanti i sostenitori di Les Soulèvements de la Terre che sono scesi in piazza in varie città francesi in segno di protesta.

L’esercito israeliano uccide ancora
Tre palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano durante un attacco con droni. È il primo nella Cisgiordania occupata in quasi 20 anni, dalla seconda Intifada. È successo mercoledì scorso vicino a Jenin: Israele ha affermato di aver «identificato una cellula terroristica all'interno di un veicolo sospetto» responsabile di una serie di recenti attacchi a colpi di arma da fuoco contro insediamenti ebraici.

Poche ore prima un folto gruppo di coloni israeliani aveva attaccato un’altra città palestinese nella Cisgiordania occupata, dando fuoco a case, automobili e campi. Causando, secondo testimoni e i funzionari palestinesi, la morte di un palestinese per colpi di arma da fuoco. E altri 10 feriti.

Implosione catastrofica
La ricerca delle cinque persone che erano scese nel profondo dell’Oceano Atlantico per vedere i resti del Titanic, si è conclusa giovedì scorso dopo che sul fondale, non lontano dalla prua della nave affondata all’inizio del Novecento, sono stati ritrovati alcune parti del sommergibile su cui le persone erano in viaggio. Secondo la Guardia costiera statunitense è stata un’illusione catastrofica che non ha lascito sopravvissuti.

Tunisia e Fondo monetario internazionale non trovano l’accordo
«Le condizioni del Fondo monetario internazionale per fornire sostegno finanziario alla Tunisia sono inaccettabili perché pregiudicherebbero la pace civile», ha detto il presidente tunisino Kais Saied all'amministratrice delegata del Fmi. I colloqui con il Fmi per salvare la Tunisia sono in stallo da mesi. E ci sono pochi segnali che Saied sia disposto ad accettare i passi necessari per raggiungere un accordo e aiutare il suo Paese a evitare la crisi finanziaria.

I giovani cinesi cercano l’intervento divino
Così in Cina aumentano le visite ai templi: nei primi tre mesi del 2023 il numero dei visitatori è cresciuto del 367 per cento, rispetto allo stesso periodo del 2022. E la metà è nata dopo il 1990: i Millennials e la Gen Z stanno affrontando affrontando livelli record di disoccupazione dopo la ripresa economica post-Covid. A maggio, il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 16 e i 24 anni ha raggiunto il 20,8 per cento. Così, secondo il Guardian i giovani senza lavoro sono alla ricerca di assistenza spirituale e vistano i luoghi di culto. «Giovani che bruciano incenso» è l’espressione diventata popolare anche sui social: riflette il desiderio di pregare per migliorare se stessi e la decisione di alcuni giovani di abbandonare del tutto la corsa al successo.