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Cultura
settembre, 2011

Ferretti, la poesia addosso

Mai rinunciare a vestirsi di grazia. E a cercare la qualità. Nel giorno della presentazione della collezione per la primavera estate 2012, la stilista romagnola si racconta

Alberta Ferretti ha la luce negli occhi. E' l'entusiasmo, di chi ha la passione per il proprio lavoro. Occhi verdi e pettinatura curata, indossa una casacca nera e un paio di pantaloni larghi. L'abbiamo incontrata, prima e dopo la sua sfilata, ispirata agli anni Venti. Nel parterre c'erano ex modelle come Valeria Mazza e Marpessa, poco lontano Biagio Antonacci. Il defilé si svolgeva in via Senato: la scenografia era bianca con le sedie trasparenti. In evidenza solo la moda. Questa stilista romagnola ha da sempre una particolarità: lavorazioni sartoriali, qualità, ricerca. L'obiettivo è quello di rendere le donne eleganti e dignitose. E' una visione che rincuora in un momento particolare della storia italiana.

Qual è l'idea forte di questa collezione primavera-estate?
"Dare grazia al corpo femminile, osservo le ragazze di ogni età. Mi interessa come vivono, come si muovono. Creo nella mia testa un film di 24 ore e le immagino in ogni situazione. Oggi si trovano in una giungla metropolitana ma non per questo devono rinunciare alla poesia".

Prima della sfilata, in conferenza stampa, ha insistito sulla portabilità di questa collezione. Vuol fare qualche esempio?
"Ho presentato vari abiti sottoveste. Sono composti da un unico pezzo, si infilano e via. Scivolano sul corpo e accompagnano la silhouette. Sono contraria alle sovrapposizioni di tessuto perché ingoffano. Le donne non sempre ci si muovono bene. Ma non stiamo parlando di una sottoveste qualsiasi, le lavorazioni sono molto curate".

In che senso?
"Ci sono ricami intagliati a motivi geometrici. Non ci sono cuciture, sono lavorati in modo da non essere facilmente copiati. Ho lavorato sugli stampati effetto giungla, colorati, quasi tridimensionali. L'idea grafica richiama agli anni Venti, un periodo storico che mi è sempre piaciuto".

Cosa le piace della moda degli anni Ruggenti?
"Le forme pure, essenziali, gli abiti longuette, la schiena scoperta, le perline ricamate"

Non ci starà proponendo una moda per donne grissino?
"Al contrario. Le perline "cadono" sul corpo, lo accompagnano, allungano la silhouette. Creo abiti pensati per tutte le donne, a cominciare da me stessa. Inoltre mi piace realizzare vestiti che abbiano un valore".

Cosa intende? Sono costosi?
"Non necessariamente. Penso che un bel vestito non debba uscire dall'armadio dopo un mese. Deve durare nel tempo. Stesso discorso per gli accessori che, in questa congiuntura economica, devono rispondere a canoni precisi".

E quali sarebbero?
"Abbiamo realizzato sandali intrecciati di raso, di vari colori. Sono portabilissimi e quindi vendibili. A questi ho aggiunto delle borse gioiello".

L'esigenza di vendere è ovvia. La moda italiana sembra essere uno dei pochi settori che se la cava ancora. Giusto?
"Dovremmo essere aiutati di più: dalle istituzioni, dai media, da tutti. Ho appena presentato a New York la mia linea giovane Philosophy, negli Stati Uniti il sostegno intorno alla moda è totale. Qui in Italia, purtroppo, noi imprenditori siamo lasciati soli".

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