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Cultura
febbraio, 2012

È come convertirsi a una religione

La parola a un vero esperto di fumo: lo scrittore David Sedaris

"Non si dovrebbe mai prestare denaro a chi fuma sigarette al mentolo. Non c'è da fidarsi. Ma i peggiori sono i fumatori occasionali. Sottoclassi colpevoli di aver fuorviato i brand di tabacco, di averli portati sulla cattiva strada: quella del light e ultra-light". A parlare, al magazine "New Yorker", è David Sedaris: se c'è un esperto in fatto di fumo è lui.

Lo scrittore americano provoca e paragona la scelta di una marca di sigarette alla religione: "Scegliere cosa fumare è un po' come decidere in cosa credere. Anzi, è meglio: puoi convertirti più facilmente". Era ancora a scuola quando ha iniziato a fumare, "mio padre mi diceva "è veleno". Mia madre vedeva il lato positivo: "Ora so cosa metterti sotto l'albero a Natale"". Senza contare il fascino alla Humphrey Bogart. "Per tipi come me, che parlavano cinguettando con voce flebile, iniziare a fumare è stata una manna dal cielo. Un rimedio per giunta con un buon sapore. Soprattutto la prima sigaretta del mattino".

Per poter fumare in santa pace in passato ha persino lasciato una New York asserragliata dai divieti di fumo, e si è trasferito a Parigi, ha raccontato. Un anti-proibizionista in un'America a tolleranza zero. "Le persone vivono in città iper-inquinate, ma se ti accendi una sigaretta per strada iniziano a tossire". Qualche anno fa Sedaris ha pubblicato una raccolta di racconti dal titolo "Diario di un fumatore" (Mondadori). "Adoro l'odore delle sigarette, non ci posso far niente. Mi fa pensare al profumo della torta di mele, o del bacon croccante".

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