Nei secoli scorsi fecero scalpore le sfide al pianoforte fra virtuosi della tastiera. Indimenticabili furono quelle fra Mozart e Clementi o fra Liszt e Thalberg. A dimostrare come i tempi siano cambiati un valente pianista di oggi, Roberto Prosseda, protagonista della prima integrale pianistica mendelssohniana per Decca, il 26 agosto alla Philharmonie di Berlino sfiderà Teo Tronico, un pianista-robot dotato di 53 dita e di sembianze umane. L'automa, costruito da Matteo Suzzi, ha anche attirato una troupe di Discovery Channel per un reportage.
Ma qual è l'obiettivo dell'esperimento di Prosseda? I concerti con il robot sono un modo per svecchiare il recital pianistico? O una modalità per introdurre la tecnologia nelle sale? «Il pubblico ha ancora tanto bisogno di musica dal vivo: basta proporla in modo più attuale, anche con qualche sorpresa. Un robot-pianista sul palco, in un insolito confronto uomo-macchina, mette in luce la differenza tra riproduzione e interpretazione. Molti giovanissimi hanno conosciuto la musica attraverso il computer e, paradossalmente, un robot li può aiutare a riscoprire il fascino del concerto live».
Teo Tronico non solo suona in modo robotico, ma sa anche riprodurre le incisioni su rullo di pianisti del calibro di Rachmaninov e Busoni. Non è detto che siano gli esecutori migliori delle loro opere...
«Le citerò Arturo Toscanini. Così il grande direttore rispose a Maurice Ravel, che aveva criticato la sua esecuzione del "Bolero": "Lei non capisce nulla della musica che ha composto". Quanto ai rulli di pianola, oggi si parla della possibile, assurda chiusura della Discoteca di Stato di Roma, in cui è conservato un inestimabile archivio di antiche registrazioni, anche su rullo».
La riproduzione di un preludio di Rachmaninov da parte di Teo Tronico è ovviamente altra cosa rispetto a quella tramite cd o iPod. Quali sono le differenze più evidenti?
«Il suono prodotto dal vivo dalle corde di un pianoforte, anche se attraverso un robot, è tutt'altra cosa rispetto a una registrazione ascoltata dagli altoparlanti o in cuffia. Quando si parla di alta fedeltà, non c'è nulla che possa superare il suono acustico live. In più, Teo Tronico ha anche un certo carisma sul palco: muove le sue 53 dita, gli occhi e le sopracciglia, parla e presenta le sue esecuzioni. E, durante le "sfide" al pianoforte contro di me, osa anche criticare le mie interpretazioni, bollandole come troppo sentimentali e arbitrarie».
A Berlino, con i Berliner Symphoniker, eseguirà l'"Andante spianato e Grande polacca brillante" di Chopin attraverso Teo Tronico, suonando un pianoforte nel backstage collegato al robot attraverso il protocollo Midi, il formato digitale usato per la riproduzione di file musicali. Una provocazione intellettuale: l'aspetto esteriore dell'esecutore può dunque condizionare l'interesse dello spettatore?
«Alla Philharmonie di Berlino il pubblico sarà forse spiazzato: si aspetterà un'esecuzione robotica, e invece ascolterà un robot che suona con il rubato e le dinamiche di un pianista umano, seppur "filtrate" dalla sua meccanica. Io sarò, infatti, il "ghost-pianist" e lui la mia controfigura, il "mirror pianist". Il pubblico ascolterà me tramite Teo Tronico, e sarà interessante vedere come la gestualità di Teo Tronico potrà influenzare l'ascolto dal vivo».
In che senso Teo Tronico considera i pianisti come lei antiquati e obsoleti?
«Eh sì, a Teo piacciono le provocazioni. Lui non può capire la grandezza degli interpreti umani. Peraltro Teo è imbattibile nella lettura a prima vista, non ha bisogno di studiare, non è soggetto a depressioni o sbalzi di umore, non sbaglia una nota. Inoltre, dettaglio non trascurabile, chi lo scrittura non è tenuto a pagare le trattenute previdenziali dell'Enpals e neanche a invitarlo a cena. Se ci fosse un sindacato dei pianisti, Teo rischierebbe la censura».
Ma ovviamente Teo Tronico non può riprodurre molti aspetti dell'interprete classico. Che cosa Teo "non" può offrire all'ascoltatore, diversamente da lei o da altri pianisti?
«Forse qualcuno apprezzerebbe in Teo Tronico l'umile e radicale rispetto per la partitura e la totale assenza di sentimentalismo o sovrastrutture nelle sue esecuzioni. A parte gli scherzi, Teo si limita a eseguire ciò che è scritto sullo spartito, omettendo quelli che, secondo i pianisti "umani", sono i dettagli non scritti dell'espressione musicale che vanno però aggiunti nell'interpretazione. Naturalmente Teo Tronico non reagisce agli stimoli del pubblico: non si emoziona, non sa cosa sia l'adrenalina, non conosce l'amore: questo è il suo maggior limite. Povero Teo, non sa cosa si perde».
In parole povere: il robot può competere con il pianista, per esempio a livello di "tocco"?
«Teo controlla la dinamica secondo il protocollo Midi, dunque può gestire, sulla carta, 127 gradazioni tra il pianissimo e il fortissimo, con le limitazioni del trasferimento sulla meccanica pianistica. Però abbassa i tasti sempre con il medesimo movimento, senza poter variare l'uso del peso del braccio o la posizione delle dita. Come tutti i robot (finora), non ha alcuna capacità decisionale: non fa altro che riprodurre la dinamica prevista dal file Midi che riproduce. Se però il file deriva da un rullo di Rachmaninov o Busoni, può seriamente mettere in ombra vari pianisti professionisti di oggi».
Pollini una volta ha ipotizzato che Bach avrebbe forse preferito il pianoforte al suo clavicembalo, poiché il suono del pianoforte corrisponderebbe maggiormente ai suoi desiderata estetici. Parlando del suono del piano in senso astratto e non "solo" umano, si capisce allora perché gli studi di Conlon Nancarrow, scritti per player-piano hanno una loro validità estetica. Non a caso un compositore come Ligeti vi trasse ispirazione. È giusto?
«Certo. Vari compositori del Novecento, tra cui Stravinskij, Casella, Hindemith e Malipiero, hanno composto brani espressamente per player-piano o pianoforte a rullo: ossia i diretti antecedenti di Teo Tronico. Nancarrow ha colto gli aspetti più originali e creativi offerti da questo mezzo, sfruttando la possibilità di gestire più voci (anche decine di linee contemporaneamente) con una totale indipendenza: cosa che la mente umana non sarebbe mai in grado di fare. Questo è il repertorio preferito di Teo Tronico».
Cultura
20 agosto, 2012Il 26 agosto a Berlino un grande pianista e un automa si sfideranno sul palco interpretando Chopin. Per mostrare la differenza tra tecnica e sentimento
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