È la prima volta che Apple si avventura in questi formati, lanciando anche un “phablet” (si chiamano così gli smartphone da oltre 5 pollici e quindi via di mezzo rispetto a un tablet). Non solo: è anche la prima volta che lancia due smartphone di fascia alta contemporaneamente (a un prezzo che parte da 729 per il 6 e da 839 per il Plus). Apple deve aumentare la potenza di fuoco, per soddisfare le richieste dei consumatori. I dati sono infatti inequivocabili.
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Secondo l’osservatorio Canalys, le vendite di smartphone con display da almeno 5 pollici sono cresciute del 369 per cento (nel mondo, nel primo trimestre 2014 rispetto all’anno prima). Ora il 34 per cento degli smartphone venduti ha quelle caratteristiche. «In Italia, il segmento da 5 a 5.4 pollici ha fatto il 21 per cento delle vendite smartphone nel 2014, contro il 12 per cento del 2013», aggiunge Carolina Milanesi, a capo della ricerca presso l’osservatorio di settore Kantar World Panel.
Apple era un’eccezione e ora smette di esserlo. Se analizziamo i nuovi cellulari della concorrenza, scopriamo che i migliori hanno un display di almeno 5 pollici: è così per il Samsung Galaxy S5 e il Galaxy Note 4, l’Htc One M8, il Huawei Ascend P7, il Nokia Lumia 930, l’LG G3, il Sony Xperia Z3. Le loro versioni “ridotte”, per dimensioni e caratteristiche (come il Samsung Galaxy S5 Mini), comunque partono dai 4.5-4.7 pollici.
Il nuovo iPhone quindi continua a differenziarsi nella veste di più piccolo smartphone di fascia top (oltre che il più sottile in assoluto). Chi sente troppo grandi i display da 5 pollici e vuole il meglio, quindi, troverà probabilmente nell’iPhone 6 lo smartphone ideale. A ben vedere, però, è il Plus il vero iPhone top del momento. Apple ha scelto infatti di differenziarlo non solo per le dimensioni ma anche per caratteristiche tecniche qualitative (tra l’altro, con un display a risoluzione maggiore). «Si tratta sempre di trovare il compromesso migliore. Gli smartphone più grandi sono meno maneggevoli, più pesanti e più cari, ma hanno molti vantaggi funzionali», spiega Steven Hartley, analista di Ovum. «Si scrive meglio su una tastiera virtuale più grande. Giochi, video e film ne sono valorizzati. Idem per la lettura di pagine Web, la navigazione gps. È più comodo, infine, scattare e vedere foto», aggiunge.
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Possiamo dire, riassumendo, che grazie alle dimensioni generose gli smartphone soddisfano meglio il proprio ruolo di dispositivi multiuso. In grado di fare anche da fotocamera, console da gioco, navigatore gps eccetera. E la batteria? In genere i modelli “maggiorati” ne hanno una più grande, che consente un’autonomia maggiore. Secondo vari test, grazie alle nuove batterie i modelli del 2014 hanno migliorato di circa il 30 per cento l’autonomia dei cellulari. Così, anche se ne facciamo un uso intenso, possiamo arrivare a fine serata con una sola carica.
Alla luce di queste caratteristiche comuni, però, i modelli delle varie marche continuano a differenziarsi nettamente. Così, se degli iPhone balzano subito all’occhio il design e il prezzo, entrambi straordinari, i modelli Samsung hanno altre peculiarità. Dobbiamo considerare che è l’azienda coreana è il principale produttore di smartphone e di phablet, per quota di mercato (nel mondo e in Italia); adesso quindi deve difendersi dall’ingresso di Apple in questo territorio. Lo fa con il lancio del Galaxy Note 4 (5.7 pollici), il phablet più potente in circolazione e con uno schermo dalla risoluzione record. Samsung ha migliorato il design e i materiali (i suoi punti deboli), grazie all’uso di cornici metalliche, messe anche in un altro nuovo modello, il Galaxy Alpha (4.7 pollici). Resta ancora un top di gamma, comunque, il Galaxy S5 (apprezzato per lo schermo, l’autonomia, la fotocamera), a un prezzo per altro sceso a livelli quasi concorrenziali: 500 euro.
Ma la parola prezzo è ormai una nota dolente per i coreani: la pressione dei marchi cinesi (Huawei, Lenovo, Xiaomi) ne sta rosicchiando profitti e quote di mercato. Un esempio è il nuovo Ascend P7 di Huawei: super sottile, caratteristiche simili all’S5 (ma una fotocamera meno buona), design curato e un prezzo intorno ai 300 euro.
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«Dopo Samsung e Huawei, il principale produttore di phablet al mondo è LG», ricorda Neil Mawston, analista di Strategy Analytics. Ed è proprio uno smartphone maxi (5.5 pollici) l’attuale modello top di gamma di LG: il G3, caratterizzato da un display con una definizione ultra alta (gli tiene testa solo il Note 4). In Italia restano molto venduti, ancora, i Nokia. Il top di gamma è il Lumia 930, che coniuga buone caratteristiche (soprattutto la fotocamera) con un prezzo sotto i 500 euro. Ha un sistema Windows Phone, a differenza dei concorrenti (che usano tutti Android; ad eccezione degli iPhone, ovviamente).
Ci sono infine Sony e Htc. Due attori che, pur non avendo lo stesso successo di pubblico, stanno sfornando modelli apprezzati dalla critica specializzata e con un design più curato. Anche loro puntano sui phablet. L’ultimo uscito dalla casa giapponese è l’Xperia Z3, da 5.2 pollici, con caratteristiche complessive superiori all’Samsung S5 (modello di riferimento perché il più venduto), soprattutto per fotocamera, audio e design; più alto però anche il prezzo (699 euro). Ottimo il design e l’audio anche dell’Htc One M8, sulla stessa fascia di prezzo, monitor da 5 pollici.
«Sì, gli smartphone diventano più grandi. Quelli più piccoli vendono sempre meno. I nostri modelli 2014 partono da un minimo di 4,5 pollici e arrivano a 5,5», dice Luca Cecconi, commercialisation product manager di Htc Italy. Quello da 4,5 è l’Htc One Mini 2, che risponde alle esigenze di chi ha una mano più piccola (in prevalenza, donne); idem per l’S5 Mini, il G3 S (versione ridotta dell’LG G3), e l’Xperia Z3 Compact. I modelli ridotti hanno lo stesso aspetto dei fratelli maggiori, ma ne sono una miniatura, anche per prezzo e caratteristiche.
«In futuro i display potranno crescere ancora, un poco, grazie all’ulteriore assottigliamento delle cornici. Siamo però quasi arrivati al limite», prevede Carlo Carollo, direttore marketing telefonia Samsung Italia. Si lavora quindi a un prossimo passo dirompente, in questo ambito: i display piegabili e flessibili. Già adesso ci sono i primi smartphone con schermi curvi (a partire dall’LG G Flex), che però sono ad angolo fisso, non alterabile dall’utente. «I ricercatori si stanno sforzando di renderli anche flessibili. Verso un futuro in cui potremo piegarli a 180 gradi e chiuderli (un po’ come si faceva con i vecchi cellulari “a conchiglia”). Per rendere tascabile anche uno smartphone dallo schermo molto grande», dice Carollo. Sarebbe la soluzione ideale: i vantaggi della grandezza senza i suoi inconvenienti. Ma «bisognerà aspettare perché la produzione di massa, per questa tecnologia, diventi sostenibile. Almeno cinque anni ancora», dice Steven Hartley.