Chris (Bradley Cooper) sa da che parte sta il Male. Glielo ha insegnato il padre Wayne (Ben Reed). Gli uomini si dividono in lupi, pecore e cani da pastore, gli ha spiegato. E gli ha insegnato anche a sparare, a «fermare un cuore che batte», come Chris dirà trent’anni dopo al figlio. I cani da pastore, infatti, uccidono in nome del Bene. Anche il Red Garnett di “Un mondo perfetto” è un assassino in buona coscienza. Ma in quel film del 1992 Clint Eastwood gli fa abbassare il fucile, già puntato contro il Male. «Ho ucciso troppo», dice a se stesso. Non così Chris, certo che Dio sia con lui.
[[ge:rep-locali:espresso:285512946]]C’è l’autobiografia di Chris Kyle all’origine di “American Sniper” (Usa, 2014, 132’). Con lo sceneggiatore Jason Hall, Eastwood racconta il più letale fra i cecchini degli Usa: 160 uomini uccisi dai tetti iracheni e afghani. E lo fa dal suo punto di vista, o quasi. Entrato nel corpo speciale dei Seals, Chris si consegna alla causa. I suoi compagni sanno bene che gli devono la vita. Intanto, in America, la moglie Taya gli dà due figli. Ma per lui esser cane da pastore viene prima dell’esser padre. Solo, si cruccia di non avere ucciso di più per salvare più pecore.
Prendiamola sul serio, la buona fede di Chris. Che sia un uomo buono, e un ottimo cane da pastore, è mostrato dallo scrupolo con cui fino all’ultimo tenta di non sparare a donne e bambini. Quando stanno per uccidere i suoi, solo allora preme il grilletto. Ce n’è un altro, di cane da pastore, in “American Sniper”. Si chiama Mustafa (Sammy Sheik). Ha moglie e un figlio, anche lui, ma in Iraq, non in Texas. Ed è convinto, anche lui, che Dio stia dalla sua parte.
Basta questo “doppio” di Chris a confermare quel moralissimo movimento di macchina in cui Eastwood è maestro. Si tratta del controcampo, dell’improvviso capovolgimento di prospettiva (straordinario quello di “Lettere da Iwo Jima” rispetto a “Flags of our Fathers”, nel 2006). Come Chris, e per gli stessi motivi, anche Mustafa è un uomo buono, un assassino in buona coscienza. Così accade, quando si è certi che Male e Bene abitino terre separate. Ne viene suggerito poi un secondo, di controcampo, in “American Sniper”. Il 2 febbraio 2013 Chris Kyle è ucciso da un marine che pure vorrebbe aiutare a superare il trauma della guerra combattuta insieme. Ovunque si pensi stia il Male con la maiuscola, quello con la minuscola - il solo umano, davvero umano - nasce e cresce là dove, in nome di un dio e del Bene, gli uomini fanno e si fanno del male. Chris ne è una vittima, come il suo nemico Mustafa.