Peccato. C’è mancato poco che “Gli ultimi saranno ultimi” fosse un film importante, un esempio di cinema popolare serio e maturo, ossia quello che in Italia davvero manca. Bruno ha fatto un tentativo coraggioso, e a renderlo interessante non è solo l’idea di una commedia a sfondo sociale.
Siamo nella provincia laziale, Luciana tira avanti da anni con vari contratti in una fabbrica di parrucche. Il marito è un pigro cialtrone, in cerca di un affare che lo faccia “svoltare”. Quando rimane incinta, Luciana viene licenziata, e cominciano i problemi. Già l’uso dei luoghi è una piacevole sorpresa: si pensi a come viene utilizzata, senza sottolinearla, la gag della radio cattolica che penetra nelle case dai lavandini o dagli elettrodomestici, e i cui ripetitori procurano il cancro agli abitanti. Ma colpiscono soprattutto la credibilità delle situazioni e degli interpreti, i tempi dei dialoghi, l’assenza di paternalismo. Alcuni momenti (il pranzo in trattoria, lo straniamento di Luciana che, disoccupata, si ritrova la mattina nel bar della piazza) restano impressi. Per un bel po’, si resta quasi stupiti.
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Ma intanto, per tutto il film, c’è una storia laterale piuttosto inutile (Bentivoglio poliziotto che arriva in paese e frequenta una parrucchiera finché non si accorge che è un trans), il cui unico scopo sembra essere di incrociarsi, prima o poi, con la vicenda principale. Cosa che puntualmente avviene: e il film si affloscia, prendendo una deriva incongrua, da dramma sociale telefonato e implausibile.
Tutto questo non per “compiacere il pubblico”, che sarebbe stato anche giusto. Ma per far quadrare i conti, per obbedienza a quella che potremmo chiamare l’ideologia della sceneggiatura. Così facendo si torna purtroppo sui binari dello spettacolo che ispira il film (un monologo in cui Paola Cortellesi faceva tutti i personaggi), e che era meccanico e artefatto quanto il film è in gran parte sciolto e credibile.
Nonostante la riuscita di molti momenti, si esce un po’ amareggiati, perché c’erano le premesse di un film davvero forte, adulto. In ogni caso, fino alla fine, la Cortellesi comica e drammatica porta il film sulle spalle in maniera trascinante. È la sua migliore interpretazione, e una delle sorprese del cinema italiano di quest’anno.
“Gli ultimi saranno gli ultimi” ?di Massimiliano Bruno, ?Italia, 103’ aaacc
Cultura
13 novembre, 2015Nonostante la riuscita di molti momenti, e la strepitosa performance di Paola Cortellesi, la commedia sociale di Massimiliano Bruno lascia amareggiati perché c’erano le premesse di un lavoro davvero forte. Che a un certo punto però si perde
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