Attendono, ben sapendo che stando lì sulla riva del fiume verranno premiati. ?E non sbagliano.
Signore che si fanno ?i clisteri, avvoltoi che spiano in notturna confidando nel sesso all’improvviso, cocchi promossi a unità di misura genitale, pornostar che fanno le prediche, ex tronisti divenuti celebri perché cornificati in altri reality che ?si distraggono dalle pene amorose fumando presunta marijuana e fuggono alla chetichella, madri che diventano vip minacciando querele, illusionisti con ?la tinta che urlano contro la pioggia ?e si umiliano confrontandosi con omoni superdotati, mutande che cadono, inviati di bella presenza a cui manca ?la parola, miracoli della chirurgia estetica che svengono sulla sabbia dopo aver superato indenni attacchi di panico in volo minacciando l’incolumità dei piloti. E così via.
Puntata dopo puntata, il pubblico indomito sopporta come un naufrago oltre quattro ore ?di diretta per avere la giusta dose ?di putridume da alghe ammuffite. E fischietta davanti a ogni distrazione ?che rischia di distoglierlo dal gusto ?del raccapriccio rigorosamente fine a se stesso. Gli interventi finto sapidi della Gialappa’s che tanto abbiamo amato in un passato ormai troppo remoto, i blazer bianco vintage di Alessia Marcuzzi, la generosità della signora Venier o la pacatezza dell’inutile Bossari sono solo una gran perdita di tempo. Perché i guardoni professionisti da quelle palme vogliono lacrime e sangue, doppi sensi ?a palate, tanga come fili interdentali ?e sinfonie di rumori imbarazzanti. ?Tutto il resto è l’Isola che non c’è.
HO VISTO COSE BELLE
The Marvelous Mrs. Maisel (Amazon) è irresistibile. E dimostra che se una moglie perfetta ha la forza di struccarsi di nascosto nel cuore della notte per non deludere il marito, riesce a prendere ?in mano la sua vita dopo essere stata abbandonata, cavalcare i palchi del Village e scoprirsi comica da applausi. Le donne, a volte, lo fanno.

HO VISTO COSE BRUTTE
Sanremo ha costretto allo stop Quinta colonna proprio nella settimana in cui il talk che si definisce bizzarramente di approfondimento avrebbe potuto sguazzare sulla strage razzista di Macerata. Dispiace che Paolo Del Debbio abbia dovuto lasciare in pausa le scritte in sovrimpressione “Lui era nazista o loro erano proprio migranti?”.
