La vita in diretta, un programma sempre uguale. E Andrea Delogu non fa la differenza

Estate o inverno, da decenni la formula del contenitore pomeridiano di Rai Uno è identica a se stessa. E la conduttrice, anziché regalare una ventata di novità, è solo invecchiata precocemente. In senso televisivo s'intende

Musica roboante. Titoli in sovrimpressione. Pericolo. Attenzione. Multe. Incidenti. È allarme nelle città. «E ora parliamo di monopattini». Il modello Barbara D’Urso c’è tutto, peccato manchi la voce fuori campo di Andrea Piovan, ma non è detto che non venga ingaggiato da qui a breve. Perché lo stile della versione estiva della Vita in diretta, ogni pomeriggio su Rai Uno, sembra ricalcare, spesso suo malgrado, quello della minaccia incombente che prima o poi ci toccherà subire.

Nonostante gli abiti leggeri dei due conduttori, i sorrisi che sgomitano per provare a emergere dalla tragica enfasi dei servizi, e la sostanziale gradevolezza dell’aria in studio, questa versione agostana del contenitore gioca sul filo della tensione con una sorta di malcelato compiacimento. Se si parla di caldo torrido vengono citati i casi di malore degli anziani, le telefonate al 118 dei malati cardiopatici e i consigli per cercare di arrivare vivi dopo una giornata apparentemente innocua sotto l’ombrellone.
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30/7/2020

La cronaca nera la fa da padrona. Si passa dalla bambina abusata dal sacerdote alla strage di Corinaldo, dalle corse clandestine all’uomo sfregiato con l’acido dalla fidanzata. E poi ancora il giallo di Pescara col ragazzo trovato morto, il legami tra camorra e neomelodici e la denuncia contro la mafia. Insomma, come si dice, e la chiamano estate. Ma quel che stupisce è l’ostinazione e la noncuranza con cui si propina al pubblico televisivo, che ha passato tre mesi chiuso in casa costretto a farsi intrattenere, lo stesso palinsesto che fa finta di essersi appena concluso.

Neppure l’arrivo di Andrea Delogu, salutato dai più con entusiasmo scomposto, ha sortito cambiamento alcuno. Anzi. E viene da chiedersi per quale motivo dopo una vita da promessa esordiente abbia deciso di buttarsi a capofitto in una prova da invecchiamento televisivo assicurato.

Così, contenitore più contenitore meno, Rai Uno ripropina le medesime faccine di circostanza, ereditate dai predecessori, e con il momento di alleggerimento creato con le formine di sabbia, spazio dedicato agli animali che no, non vanno abbandonati, momento prova costume, chissà se esiste una dieta che vada bene per tutti, momento Bel Paese, con ricette tipiche e paesaggi, momento surrealtà, con l’ennesima Sandra Milo e le sue inutili gaffe.

Tanto alla fine il format va in onda solo dal 1991, e non c’è motivo di affrettarsi a cambiare. In fondo, dall’altra parte della scatola, ci sono solo degli spettatori.


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