Palombelli e il suo stralunato monologo dedicato alle donne. Che parte dalle nonne che aprono i tablet, passa per la roulette russa di Luigi Tenco e chiude sul fare rumore

Sanremo 2021, parola di Barbara

Sembra sia diventato obbligatorio sfornare un monologo sulle donne dal palco di Sanremo e siccome è uno sporco lavoro quest'anno il gravoso incarico è caduto sulle spalle di Barbara Palombelli. Che per non far rimpiangere Diletta Leotta della scorsa edizione si è buttata su un lisergico florilegio del suo stesso curriculum.

Mancavano i ricordi del primo topino dei denti e della foto di classe per il resto è riuscita a metterci dentro quasi tutto. In una manciata di minuti in abito da sera la giornalista di Rete 4 è passata dall'amore per il festival allo studio fino alle lacrime, i ricordi paterni e la prima assunzione. Saltellando qua e là è approdata a Luigi Tenco che giocava con le pistole e come Il Cacciatore è andata male. Ma negli anni '60 non c'erano le droghe, dice, ne parlava persino con Paoli, e quindi grazie Luigi, grazie Gino. Palombelli è ispirata, guarda il gobbo con gli occhi lucidi e dedica la serata alle donne, alle ragazze e alle nonne. Che, «accudiscono le persone positive» e poi lo sanno tutti, «Tengono le scuole aperte attraverso i tablet». Un passaggio un po' oscuro questo, a essere proprio onesti, ma scivola via perché siamo già all'essere una ragazza ribelle che addirittura scendeva in piazza per i diritti ma papà era preoccupato che potesse diventare come Gigliola Cinquetti. D'altronde «Roma è bellissima in agosto», ma alla fine viene assunta al Corriere della Sera che persino i Pooh citavano nel loro brano che è stato un po' la sua vittoria. Anche questo passaggio non è chiarissimo ma molto sentito. E alla bisogna basta ripassare l'imitazione di Sabina Guzzanti e tutto appare più nitido.

 

Poi con voce monocorde e occhi lucidi invita alla ribellione, proprio lei che si è sfracellata in motorino a 13 anni, ma sempre col sorriso determinato. Perché ragazze i diritti ce li siamo già conquistati tutti, ma proprio tutti e l'unico sforzo che dovete fare voi è mantenerli, tipo quando vi si chiede di tenere in ordine la cameretta.

 

I vergognosi attacchi di odio alla senatrice Segre sbucano un po' a sopresa, ma impossibile non condividerne lo sdegno. Che dura poco perché manca l'ultimo passaggio del Linkedin Palombelli, l'incarico a Repubblica dove lavora la mamma di Luca Barbarossa che vinse il festival nel '92 e quindi tutto torna visto che in redazione si ballava che era una bellezza.

 

Quindi il gran finale: «Non vi dovete fermare, non fatevi togliere il fiato e la dignità, tanto ai mariti non andremo mai bene e cercheranno sempre di metterci le mani addosso: dobbiamo osare, facciamo rumore». E arriva Lo Stato Sociale con “Che senso ha”. Ma ogni riferimento a persone o cose è puramente voluto.

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