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Cultura
gennaio, 2023

Ferito a morte di Robertò Andò è una scommessa vinta

Il regista, anche grazie all’adattamento di Emanuele Trevi, porta a teatro il romanzo di Raffaele La Capria. Riuscendo a trasmettere la nostalgia di un tempo andato, ma senza rimpianti

Bella sfida portare in scena romanzi cult, libri apprezzati e amati. Perché rischiare allora? Il teatro ha un grande potere: quello di immergere lo spettatore in luoghi e atmosfere fino al momento della messa in scena solo immaginati. “Ferito a morte”, il romanzo di Raffaele La Capria vincitore del Premio Strega nel 1961, rivive sul palco proprio grazie a quell'atmosfera resa palpabile dal chiacchiericcio musicale dei personaggi, dall'acqua schiumosa del mare, dalla vita apatica nelle stanze del Palazzo, in una Napoli che «ti ferisce a morte o t'addormenta». Nello spettacolo andato in scena al Teatro Argentina di Roma c'è un mondo intero che viene ricreato da Roberto Andò (regia) ed Emanuele Trevi (adattamento), entrambi amici dello scrittore scomparso la scorsa estate. Ed è questo il pregio dello spettacolo coprodotto da Teatro di Napoli, Fondazione Campania dei Festival, Emilia Romagna Teatro, Teatro Stabile di Torino: offrire un punto di vista diverso di quella polifonia di storie, personaggi, ricordi che pur senza seguire una trama riescono a trasmettere nostalgia di un tempo andato ma senza rimpianti.

 

Quella che viene narrata da Massimo De Luca - un Andrea Renzi perfettamente calato nella parte, che da un angolo del proscenio dialoga con il Massimo giovane, Sabatino Trombetta, in scena con un cast di grandi attori - è la sua stessa vita. Ce la racconta in una mattina, ripercorrendola dall’estate del 1943, quando incontra Carla durante un bombardamento, fino al giorno della sua partenza per Roma, nel 1954.

 

Davanti ai nostri occhi c'è una città indolente. I personaggi della borghesia partenopea, che attraversano il palco suddiviso orizzontalmente, sono annoiati. Trascorrono il loro tempo al Circolo Nautico o in barca, ma senza entusiasmo, apatici come Jep Gambardella nel film “La Grande bellezza” di Sorrentino e incapaci perfino di dialogare davvero, ognuno seduto al proprio tavolino durante il pranzo della domenica.

 

In questo lento scorrere delle esistenze lampi di bellezza squarciano la scena, come l'incontro iniziale fra Massimo e Carla, seduta sul letto di fronte alla finestra spalancata, così simile al quadro di Edward Hopper “Morning sun”. E poi quella barca in mezzo al mare... Chissà cosa si nasconde sotto l'acqua pronta a inglobare anche noi grazie ai video di Luca Scarzella. In fondo questo è uno spettacolo che parla di tante cose, ma soprattutto della voglia di fuggire e ricominciare da capo che prima o poi attanaglia tutti.

 

“Ferito a morte”, regia di Roberto Andò
Milano, Teatro Strehler, fino al 22 gennaio.
Cesena, Teatro Bonci, dal 26 al 29.
Genova, Teatro Ivo Chiesa,
8-11 febbraio.

 

APPLAUSI E FISCHI
Se in questi giorni siete a Milano dovete assolutamente conoscere la professoressa Gallina Cicova. Impazzirete per questa signora giramondo che raccoglie i reperti delle favole. Lei si chiama Emanuela Dall'Aglio e lo spettacolo è “Once upon a time. Museo della fiaba”. Al Teatro PimOff fino al 22 gennaio.

 

Peggio per voi se non siete mai stati al Teatro Sociale di Amelia, gioiello settecentesco realizzato interamente in legno. Le porte del teatro ormai sono chiuse. Il Demanio, che lo ha acquistato, ha indetto una gara per trovare qualcuno che lo gestisca – udite udite – gratuitamente. Si salverà?

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