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Cultura
febbraio, 2024

L'ossessione della tv per i dating show ha raggiunto picchi di trash estremo

Sexy Beast
Sexy Beast

Si moltiplicano i programmi per trovare l’anima gemella davanti alle telecamere. Tra il trionfo dell’assurdo, prove di sopravvivenza e format ai limiti della follia

Una guida turistica di Nashville si presenta al suo primo appuntamento vestito da drago. Tre ragazze per lui: truccate rispettivamente da armadillo, da squalo e da suricato. Sembra una scena del bar di Star Wars, invece è solo un momento di “Sexy Beast” (Netflix) in cui si sostiene che per trovare il vero amore bisogna sorvolare sul mero aspetto fisico e cercare la chimica nel carattere e nei buoni sentimenti. Se poi il naso è peloso pazienza. La nuova educazione sentimentale cancella così, con un colpo di spugna, il corteggiamento tradizionale e ne riscrive le regole, in favore dell’inquadratura migliore. Ed eleva a novello Cupido streaming e piccolo schermo, dentro cui trovare l’altra metà della mela.

 

Naked attraction

 

Se in principio l’ossessione da dating show trovava nel trash la sua zona di comfort, oggi punta anche sull’elogio dell’assurdo, della difficoltà spazio-temporale, alza il livello e costringe i single del globo a misurarsi con coefficienti di difficoltà sempre più elevati. Come in “House of Milf”, donne tra i quaranta e sessant’anni con un predilezione per i giovani che si trovano a flirtare con i figli delle altre. Un po’ di confusione e un imbarazzo diffuso, ma la scelta è talmente vasta che si può passare oltre. Per esempio a “Love & Translation” (Discovery Plus) in cui nessuno parla la lingua dell’altro. Non che in genere ci sia molto da dire, ma insomma, alle volte prima di sposarsi un paio di parole potrebbero tornare anche utili. In Giappone l’ultimo arrivato si intitola “Love deadline” (Netflix): cinque donne debbono pescare il loro lui per arrivare dritte all’altare. Peccato che gli uomini in gara abbiano una scadenza, come lo yogurt, e possano essere mandati via dallo show all’improvviso per accelerare la decisione.

 

"Love and translation"

 

Sul filone non è bello ciò che bello ma ciò che immaginiamo esserlo, si inserisce uno dei programmi cult del genere, l’inglese “Naked attraction” (Discovery Plus) tradotto anche in una versione italiana, dove il possibile partner è completamente nudo. Si vede proprio tutto? No, manca la faccia. Bando ai pregiudizi anche in “Love is Blind” (Netflix) dove le coppie si conoscono senza potersi guardare negli occhi, chiusi in capsule comunicanti attraverso un vetro opaco. Non si vedono ma si ascoltano. E alla fine, si sposano. Una giusta via di mezzo tra “Matrimonio a prima vista” e i baccelloni dell’Invasione degli ultracorpi, perché si sa che quando c’è il romanticismo c’è tutto.

 

Attrici-concorrenti giapponesi cercano un fidanzato improvvisando una scena per una serie romantica coreana (“Love like a K-Drama”), passando così dal falso amore al sentimento puro. In India invece nasce “In the Real Love”: quattro single si dibattono tra l’amore sul web e nella vita reale, perché uscire per strada per conoscere qualcuno è ormai pratica sopravvalutata. Meglio fare come in Spagna dove in “Falso amor” un gruppo di pretendenti deve capire se le loro predilette li stanno tradendo oppure sono solo cattivissime creazioni del deepfake.

 

Nel surreale mondo di “Love Twins” coppie di gemelli monozigoti si incontrano con altrettanti gemelli in una moltiplicazione di facce tutte uguali e sentimenti cocenti. Lo zodiaco invece è il motore immobile di “Sotto il segno dell’amore” (Discovery Plus) ma anche di “Cosmic Love” (Prime Video) dove l’ormone conta meno del tema natale. Poi ci sono gli amori estremi in condizioni di estremo disagio. È il caso di “Wild Love” (Discovery) che trasporta una cittadina, cresciuta a idromassaggio e friggitrice ad aria, nel nulla delle foreste dove il bagno è una buca nel terreno. O la seduzione tra le mangrovie secondo i rituali del mondo animale, grugniti compresi (“Love in the jungle”). Intanto in Italia mentre i tronisti di “Uomini e donne” vanno avanti da cinquemila puntate, ci si butta nei campi del “Contadino cerca moglie” (Nove), nel “Primo appuntamento”, nella vacanza di “Love Island” o nel salottino con consuoceri bene di Lorena Bianchetti. Alla fine, in questa produzione ossessiva che fa quasi rimpiangere la voce suadente di Marta Flavi e la sua “Agenzia matrimoniale”, qualcuno ci casca e si ritrova in coppia sul serio. Anche perché se non credi all’amore ti resta solo il calesse. Che in tv non viene bene per niente.

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