Pubblicità
Cultura
febbraio, 2024

"Il compratore di anime morte", il romanzo ritrovato di Stefano D'Arrigo

Il compratore di anime morte
Il compratore di anime morte

Dal Gabinetto Vieusseux di Firenze riaffiora una storia inedita dell'autore di "Horcynus Orca". Ambientata tra i vicoli di Napoli

Una sorpresa per i cultori di Stefano D’Arrigo, l’autore di “Horcynus Orca” che, cesellando una lingua barocca impreziosita da suggestioni siciliane, e distillando una scrittura fluviale nell’arco di più di quindici anni, ha consegnato alla letteratura italiana un capolavoro di postmodernismo.

 

Era il 1975 quando uscì quel romanzo-mondo che raccontava il ritorno in Sicilia di un marinaio dopo l’armistizio del ’43 come una moderna e nostalgica Odissea, tra sirene, delfini e soldati mutilati. Dieci anni dopo “Cima delle nobildonne” segnò un cambiamento radicale: con il tema della metamorfosi e del cambiamento del corpo trattato con una lingua spesso troppo tecnica. 

 

Affiora ora dal fecondo Gabinetto Vieusseux di Firenze una storia inedita - e un’altra svolta inattesa - inclusa in un faldone di materiali donati dalla moglie di D’Arrigo, Jutta Bruto: “Il compratore di anime morte” (che Rizzoli ha appena pubblicato). Una storia che riecheggia “Le anime morte” di Nikolaj Gogol’, ma le trasferisce a Napoli e nella Sicilia di metà Ottocento. Con l’effetto di un divertito racconto dove il personaggio principale, Cirillo, è una maschera in sé: un trentenne, orfano coi baffi che nessuno ha voluto adottare, scrivano all’Istituto di Real Beneficenza e fornitore di presunti numeri fortunati al lotto, con l’intuizione di rintracciare anime morte tra i contadini e di venderle a peso d’oro al re. 

 

Il testo, “messo in pulito” ma non destinato alla pubblicazione, doveva probabilmente essere una sceneggiatura. E delle commedie classiche ha trama e struttura: con i colpi di scena, le trovate, gli equivoci tipici di un divertissement. Solo nel tono: perché ricercatissima è la documentazione storica e la rappresentazione dell’Italia borbonica. Sia chiaro: “Il compratore di anime morte” niente ha a che vedere con lo sperimentalismo linguistico che rende indimenticabili le oltre 1200 pagine di “Horcynus Orca”. Interessante è però lo sguardo critico sul fascismo, celato dal grottesco ritratto dell’Italia risorgimentale, come nota la curatrice del libro Siriana Sgavicchia. E l’elogio del popolo: vivi e morti, confusi e uniti, nella lotta.

 

Il compratore di anime morte

Stefano D'Arrigo

Rizzoli, pp. 288, € 20

L'edicola

La pace al ribasso può segnare la fine dell'Europa

Esclusa dai negoziati, per contare deve essere davvero un’Unione di Stati con una sola voce

Pubblicità