Cultura
21 ottobre, 2025Per alcuni è l’incarnazione del fascino libero e brillante, per altri il simbolo di una mascolinità tossica. La mostra a trecento anni dalla nascita
Il mito di Casanova divide: per alcuni è l’incarnazione del fascino libero e brillante, per altri il simbolo di un modo di fare maschile troppo sicuro di sé, seduttivo fino alla provocazione, sessista per alcuni. Forse è per questo che, tra i mille episodi della sua vita inquieta, ciò che più colpisce non è una conquista ma un rifiuto. Viaggiatore instancabile, Casanova attraversò l’Europa come una tempesta: Venezia, Parigi, Vienna, Varsavia, Madrid, San Pietroburgo. Ma fu a Londra, nel 1763, che accadde l’impensabile: per la prima volta una donna lo rifiutò.
Nelle sue memorie la definirà “il mostro”, ma il suo vero nome era Marianne Charpillon, una giovane franco-inglese tanto affascinante quanto pericolosa. Con lei, Casanova si lascia trascinare in un duello psicologico feroce: lei lo provoca, lo illude, lo seduce, lo respinge. Incostante e spietata, Charpillon lo domina con le sue stesse armi. Casanova spende fortune per lei, perde lucidità, scivola nella gelosia e nella disperazione. Non gli era mai successo prima: per la prima volta, non controlla più il gioco. La sua identità vacilla, il suo narcisismo si incrina. E nel pieno di quella crisi annoterà nelle sue Memorie: "Non ero mai stato tanto infelice". Per vendicarsi, racconta lui stesso, insegna a un pappagallo la frase "Madame Charpillon è più puttana di sua madre", tentando di venderlo al miglior offerente davanti alla Borsa di Londra.
Casanova e l’Europa. Opera in più atti
Ed è proprio da questa ferita biografica, da questa crepa dentro il mito, che oggi è possibile guardare Casanova con occhi nuovi: non più solo icona di seduzione, ma figura complessa, contraddittoria, vulnerabile. È questa la chiave che apre "Casanova e l’Europa. Opera in più atti", il nuovo progetto espositivo della Fondazione Giorgio Cini, all’Isola di San Giorgio Maggiore, dal 17 ottobre 2025 al 2 marzo 2026. Non una mostra ma, come la definiscono i curatori, "una macchina scenica". Un viaggio immersivo nello spazio e nella psiche del veneziano più famoso d’Europa. Una biografia in forma teatrale. Realizzata con la collaborazione della Fondazione Teatro La Fenice, l’esposizione costruisce un percorso in dieci porte, dieci passaggi simbolici che ripercorrono le molte identità di Casanova: avventuriero, massone, erudito, scrittore, seduttore, truffatore, viaggiatore, esule. L’allestimento firmato da Massimo Checchetto è visionario: velluti, specchi, apparizioni sceniche, wunderkammer di libri antichi, teatrini e incisioni di Piranesi.
L’intelligenza artificiale come linguaggio divulgativo
All’ingresso viene consegnata una lanterna: è un’indicazione precisa. Qui il visitatore non guarda: cerca. La tradizione delle lanterne magiche del Settecento torna infatti al centro dell’esperienza grazie a un dispositivo scenico sorprendente: Casanova Expanded, la video installazione realizzata dalla filmmaker Sara Francesca Tirelli in collaborazione con il Centro Digitale ARCHiVe della Fondazione Giorgio Cini, con Alessandro Vangi e Hiroaki Yamane.
Tirelli ha lavorato su oltre un terabyte di materiali digitalizzati: incisioni, collezioni d’arte, fotografie d’epoca, pagine di manoscritti, libri antichi di esoterismo e scienze sperimentali. Un oceano di memoria visiva elaborata con tecniche di intelligenza artificiale e gaussian splatting (una tecnologia di rendering 3D che crea modelli iperrealistici partendo da foto o video, ndr) per generare un flusso di immagini che non si limita a mostrare Casanova, ma lo ricostruisce come traiettoria mentale e geografica. Il filo rosso è il viaggio: una mappa digitale attraversa l’Europa del Settecento, mentre tableaux vivants evocano episodi, luoghi, ossessioni e incontri della sua vita errante. L’installazione si ispira al mondo misterioso del pre-cinema, alle lanterne magiche e al loro immaginario esoterico che tanto affascinava Casanova. Tra immagini elaborate con AI, libri di astrologia, geometrie massoniche, trattati di elettricità e pirotecnica, il visitatore entra non in un secolo, ma in una coscienza in movimento. Non si osserva Casanova: lo si attraversa.
Smontare il mito (ma senza cancellarlo)
Se la prima parte del progetto espositivo indagava il contesto culturale del Settecento veneziano, questa scava nel personaggio, ne smonta il mito senza cancellarlo e ne rivela la profonda ambiguità umana. Più che celebrare il seduttore, la mostra mette in luce la sua contraddizione: un uomo inquieto, europeo nel sangue e nella mente, capace di pensare oltre i confini e oltre i moralismi.
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Medici Zombie - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 17 ottobre, è disponibile in edicola e in app