Attualità
16 ottobre, 2025Il settimanale, da venerdì 17 ottobre, è disponibile in edicola e in app
Camici bianchi strappati, pelle verde, occhi vuoti: i “Medici zombie” che campeggiano sulla copertina del nuovo numero de L’Espresso sono davvero spaventosi come li dipinge l’illustrazione di Giovanni Gioz Scarduelli. L’inchiesta di Paolo Biondani e del network Occrp rivela un fenomeno gravissimo: specialisti che vengono condannati in un Paese ma emigrano e rinascono professionalmente con il curriculum immacolato o protetto dalla legge sulla privacy: ma quando la privacy prevale sulla salute, nasconde un alibi corporativo, commenta Enrico Bellavia. Molti medici radiati oltre confine per fatti gravissimi esercitano indisturbati in Italia: come il chirurgo plastico condannato in Svezia per spaccio di oppiacei che opera a Napoli e Milano. O il medico di famiglia cacciato da Londra per manifesta incompetenza che è in servizio a Modena.
Il cessate il fuoco a Gaza lascia molte questioni aperte: come scrive il direttore Emilio Carelli nel suo editoriale, la Palestina diventa il simbolo delle brame di potere di chi vuole ridisegnare la mappa del Medio Oriente. E l’Europa, spiega Federica Bianchi, in questo negoziato non conta niente, anche se parteciperà alle spese per la ricostruzione. Nael Barghouti, che ha passato 45 anni nelle prigioni israeliane, parla con Alae Al Said delle migliaia di palestinesi tenuti in ostaggio da Israele nelle sue carceri grazie alla “detenzione amministrativa”, che permette di tenere in carcere senza accuse, senza prove o senza processo. Jacopo Mocchi invece intervista una leader dei coloni israeliani più oltranzisti, quelli che progettano di insediarsi a tappeto nella Striscia di Gaza con l’appoggio dell’ultradestra e dell’esercito.
E mentre Diletta Bellotti rivela che il presidio permanente al Porto di Livorno ha di fatto bloccato ogni rapporto commerciale con Israele, e Stefania Rossini discute con un lettore sulla necessità di condannare non solo i bombardamenti israeliani ma anche gli orrori commessi da Hamas, l’Album curato da Tiziana Faraoni torna al 1956: alla crisi del Canale di Suez che segnò una nuova stagione nel rapporto tra il Medio Oriente e le potenze coloniali. Sull’altro fronte bellico, gli USA hanno diminuito gli aiuti e l’Ucraina è alle corde, racconta da Odessa Sabato Angieri: la nuova ossessione di Trump del resto è il Venezuela, conferma Daniele Mastrogiacomo, mentre Sergio Rizzo ricorda un precedente rispetto alla prigionia di Alberto Trentini: quello di un emigrante sardo finito per anni nelle carceri di Caracas. E Gianfrancesco Turano spiega perché l’Uganda è sempre più importante nella produzione del caffè.
Susanna Turco tratteggia l’alleanza dei “politici carini” (Matteo Renzi, Silvia Salis, Alessandro Onorato) che si propone di presidiare il centro, Giuliano Torlontano racconta il dilemma dem tra radicali e liberal, mentre Goffredo De Marchis parla del futuro del campo largo con la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi. Marco Grieco segnala la svolta del Vaticano che sceglie di santificare i nuovi martiri: ambientalisti, migranti e vittime di suprematisti. E Carlo Tecce firma un ritratto del presidente di Mediobanca Vittorio Grilli, banchiere di lungo corso.
Si parla anche della crisi di Matteo Salvini, diventato l’anatra zoppa del governo (ne scrive Sebastiano Messina), del ministro Tajani preoccupato per la candidatura di Edmondo Cirielli in Campania (di Marco Antonellis), di due temi essenziali per la democrazia che sono all’esame della Corte Costituzionale (di Franco Corleone). E Giuseppe De Marzo denuncia la piega bellicista presa dal governo, che trova sempre più soldi per le armi e sempre meno per ambiente e welfare.
Gloria Riva esamina un rapporto della Caritas che disegna il quadro della crescente povertà nella società italiana, Felice Florio annuncia un progetto del Sant’Anna di Pisa per attirare all’università i giovani che non hanno genitori laureati, mentre Carlo Cottarelli punta il dito sulla crisi del potere d’acquisto, provocata da stipendi inadeguati soprattutto per chi abita nelle regioni più costose. Antonia Ferri e Arianna Egle Ventre intanto rivelano una nuova e misconosciuta forma di caporalato, quella che opprime i pastori. Quanto all’Intelligenza artificiale, Marco Montemagno esamina rischi e potenzialità nel campo delle traduzioni, mentre l’ex rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco spiega a Claudia Bugno perché in Italia la ricerca sull’Ia deve coinvolgere la pubblica amministrazione
E l’Espresso chiude con un viaggio di Giuseppe Fantasia in una Parigi piena di mostre, mentre Giulia Luciani firma un focus sui programmi del Beaubourg. L’illustratore statunitense Peter Kuper parla con Emanuele Coen di insetti, cambiamento climatico e minacce alla libertà, Mattia Insolia presenta il nuovo thriller di Dan Brown, Claudia Catalli sceglie il meglio della Festa del cinema di Roma, Annalisa Rinaldi racconta come sono nate le scene delle “Valchiria” per la regia di Daniel Harding. E Loredana Lipperini confronta con sgomento le ultime uscite di rappresentanti del Governo che fanno affiorare un pericoloso mix di antisemitismo, islamofobia e terrore della “ideologia gender”.
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Medici Zombie - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
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