Un grande quadro, di quasi 5 metri, accoglie alla mostra Selve di Pietro Moretti curata da Simone Zecchini alla galleria 1/9unosunove di Roma. E sebbene sia ricco di scene e di riferimenti, a colpire è il vuoto al centro della tela e si ha subito la sensazione che sia il punto largo in cui si è piantato un compasso che ha tracciato i margini intorno. Quello spazio vuoto suggerisce la possibilità della rinuncia, del non schierarsi dalla parte del mondo per far sì che le figure dipinte possano invece usare il proprio corpo come strumento di conoscenza. Sono adolescenti che non scelgono una direzione perché perdersi può essere la più pura delle condizioni per vivere il presente. Sono opere dal sapore teatrale, ma se a un primo sguardo viene in mente l’innocente neutralità degli adolescenti distratti dell’ultimo e potentissimo romanzo di Breat Easton Ellis “Le Schegge”, in cui questo approccio sfocia poi però nelle ossessioni e nella violenza, a un’analisi più attenta l’atmosfera è invece quella avventurosa e tenera del film “Stand by me”, dove quattro ragazzi fragili attraversano boschi per chilometri alla ricerca dell’occasione di autodeterminarsi. Queste selve però sono minacciate dalla paranoia dell’autorità, che siano poliziotti antisommossa o pifferai magici.
I colori sono quelli delle favole, le atmosfere quelle psichedeliche di un’elegia di un rave. E allora è pieno di invasioni reciproche: un bosco incantato con una metropolitana, la quotidianità con la letteratura, le domande con le risposte, la fiaba dark con la sottotraccia comica, gli inseguitori con gli inseguiti, la fragilità con l’anarchia, in un cortocircuito visivo e politico che ci spinge oltre i confini del quadro. Moretti, che ha 29 anni e quindi è vicino a quel momento della vita così da affrontarlo con credibilità, ma anche abbastanza lontano da poterlo guardare da fuori, ci parla con grande efficacia della condizione degli adolescenti di oggi, che troppo spesso vengono interrogati e tormentati sul futuro da una società che pensa che i loro silenzi siano apatia, quando sono scelte libere e consapevoli.