Trent’anni fa l’artista ha composto il jingle iniziale di Windows, oggi lo rinnega. Ora devolve quei proventi alle vittime del conflitto

Il gran rifiuto di Brian Eno, che oggi accusa Microsoft di complicità nello sterminio a Gaza

Milioni di persone hanno prima o poi ascoltato i 3 secondi e 25 centesimi del jingle di apertura del sistema operativo di Windows senza sapere che a concepire quel capolavoro di sintesi è stato, trent’anni fa, Brian Eno. Molti lo stanno scoprendo ora perché Eno, uno dei giganti della musica del nostro tempo, ha lanciato un violento proclama contro l’azienda informatica che inizia con la frase «Not in my name». Eno denuncia la complicità di Microsoft col governo israeliano attraverso la fornitura di servizi di Intelligenza Artificiale e altri sistemi utilizzati nelle operazioni di guerra nella striscia di Gaza, con contratti di fornitura specifica. Aggiunge che per questo ha deciso di devolvere i proventi del jingle alle vittime del conflitto

 

Microsoft tenta di prendere le distanze, con la solita cantilena di non essere responsabili del modo in cui vengono usati i loro servizi, ma le accuse di Eno sono precise e circostanziate: «La collaborazione tra Microsoft e il governo e l’esercito israeliano non è un segreto, e coinvolge software usati in tecnologie letali con nomi divertenti tipo “where’s daddy?” usate per tracciare palestinesi allo scopo di colpirli nelle loro case». 

 

Le accuse mettono l’accento su un tema di enorme importanza, ovvero l’incapacità dei governi del mondo di controllare, arginare, gestire in qualche modo le grandi società digitali che, dice testualmente Eno, rischiano di essere più importanti e influenti degli stessi governi, e soprattutto al di là e al di fuori di ogni possibile controllo. Se poi si scopre, come sostiene Eno, che alcuni sistemi della Microsoft sono utilizzati a scopi strettamente militari, per rintracciare, persone, per individuare obiettivi e chissà cos’altro, è arrivato il momento di dissociarsi da queste industrie che hanno la pretesa di essere aziende neutre e imparziali. E dire che trent’anni fa il jingle fu l’occasione perfetta per una sfida molto avvincente. A Eno fu chiesto di produrre una musica che durasse esattamente 3 secondi e 25 centesimi perché era il tempo esatto in cui ci si apriva davanti ai nostri occhi il sistema operativo Windows, dopo l’accensione del computer. Che poi Eno questa sigla l’abbia prodotta con un Mac fa parte della leggenda della rivalità tra Apple e Microsoft, ma al di là di come ci sia arrivato Eno, da genio qual è, rispose nel modo corretto. Riuscì a trovare il suono, un arpeggio in la maggiore, che sembrava spalancare le porte di un promettente futuro tecnologico. Oggi quelle promesse hanno un suono sinistro, meriterebbero un jingle tetro e agghiacciante, la colonna sonora di un incubo di guerra come purtroppo è diventata la vita dei palestinesi nella striscia di Gaza.

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