La lettura incrociata dell’enorme massa ?di informazioni che affluiscono nelle memorie delle Finanze, è stata finora limitata a rari casi. Ora invece si cambia strategia

La sede centrale dell'Agenzia delle Entrate
Il piano anti-evasione della legge ?di stabilità conta di incassare 3,8 miliardi nel 2015. E verranno quasi tutti dall’Iva, per tre strade: nuove tecniche di pagamento dell’imposta su transazioni con la pubblica amministrazione, allargamento dell’autofatturazione, e l’uso dei dati. Sembrerà strano ai non addetti ?ai lavori, ma quest’ultimo strumento, cioè la lettura incrociata dell’enorme massa ?di informazioni che affluiscono nelle memorie delle Finanze, è stata finora limitata a rari casi. Ora invece si cambia strategia, incrociando i dati dello spesometro di tutti i soggetti Iva con una matrice gigantesca che mette in riga tutti ?i fornitori e in colonna tutti i clienti. Quando le vendite dichiarate dai fornitori non combaciano con gli acquisti denunciati dai clienti, scatta un primo campanello d’allarme.

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28/10/2014
Lo spesometro, introdotto nel 2011, ?non è mai stato utilizzato in tutto il suo potenziale. Che non è piccolo: dal confronto tra acquisti e cessioni nei settori più a rischio, viene fuori una differenza di 4,8 miliardi. Tutto denaro nascosto al fisco, che produce evasione dell’Iva e anche delle imposte sui redditi. Con l’allungamento del periodo del “ravvedimento operoso” previsto dalla legge di stabilità, l’Agenzia delle entrate si dà il tempo per analizzare le matrici dello spesometro e infine segnalare per lettera a una platea di “sospetti” che i conti non tornano. I presunti evasori vengono invitati a spiegare, o a correggere le dichiarazioni con una sanzione ridotta a un settimo.

La strategia punta sulla “compliance” più che sulla repressione. Non vedremo più blitz a Cortina o in via Montenapoleone. ?In compenso il popolo dell’Iva farà bene ?a controllare la posta. In teoria, la platea ?è sconfinata, tutto il mondo degli affari ?e del lavoro che fa fattura: 4 milioni di soggetti. Gli “inviti” saranno però selettivi. L’operazione dovrebbe riguardare solo un quarto delle situazioni sospette, le più significative e al sicuro da errori tecnici.

È questo il nuovo corso dell’Agenzia, con a capo la neonominata Rossella Orlandi. Il suo predecessore Attilio Befera riteneva invece lo spesometro pressoché inutilizzabile nella lotta all’evasione. Adesso invece una squadra di statistici e informatici metterà le mani su quell’enorme mole di informazioni. Sarebbe un primo passo verso un uso più esteso anche dei dati delle utenze dell’energia, domestica e industriale, quelli degli ordini professionali, fino al Registro delle imprese.