Dopo aver appoggiato per un ventennio Silvio Berlusconi, il sostegno è confluito in massa sul movimento di Beppe Grillo. Alle europee dell’anno successivo ha però cambiato di nuovo cavallo

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Alle elezioni politiche del 2013 il mondo del lavoro autonomo aveva abbandonato dopo un ventennio Silvio Berlusconi, colpevole di aver appoggiato la politica di austerità del governo Monti, basata per due terzi su inasprimenti fiscali, ed era confluito in massa sul movimento di Beppe Grillo. Alle europee dell’anno successivo ha cambiato di nuovo cavallo.

Come mostra il grafico sottostante, a maggio 2014 è stato il Pd a fare il pieno di voti tra artigiani e commercianti (passando dal 10 per cento della categoria racimolato nel 2013 al 60 per cento circa) e imprenditori e liberi professionisti (dal 25 ?al 45 per cento).

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Il successo di Matteo Renzi è dunque arrivato grazie alla sua capacità (peraltro segnalata in calo dai sondaggi più recenti) di attrarre per la prima volta i consensi di quella che ?i politologi chiamano piccola borghesia urbana ?e che porta le maggiori responsabilità del triste primato dell’Italia in termini di evasione fiscale.

Un dato, quello elettorale, che il premier tiene sempre bene in mente: se si scorre il notiziario dell’Ansa dal 22 febbraio 2014 (data di nascita del governo) a martedì 18 novembre il nome di Renzi appare in 606 titoli accanto alla parola lavoro. E in soli 19 è associato al termine evasione.

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