Storia dell'imprenditore altoatesino Heiner Oberrauch. Dagli inizi con Siegfried Messner allo shopping di marchi in Austria e Germania

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Mentre i migliori marchi del Made in Italy vengono venduti agli stranieri, qualcuno in Italia si è mosso controcorrente. Lui si chiama Heiner Oberrauch e dal nulla ha creato un piccolo impero economico, il gruppo Oberalp-Salewa, con centro a Bolzano, in Alto Adige.

La sua è una storia tutta da raccontare, con momenti anche drammatici legati alla vita di chi ama la montagna. «Nel 1979», ricorda l'imprenditore, Siegfried Messner e io ci proponemmo come rappresentanti della Salewa, una storica azienda di pelletteria fondata a Monaco di Baviera nel 1935. L'autorevolezza di alpinista di Siegfred, uno degli otto fratelli Messner, e le mia capacità commerciali convinsero i tedeschi. Poi Siegfried morì nel 1985, fulminato sulle torri del Vajolet. Ho continuato da solo».

In breve il business di Oberrauch decollò. Salewa – che in tedesco sta per Sattler und Leder-Waren, articoli di selleria e pelletteria - allora produceva solo attrezzatura da montagna, non abbigliamento. Racconta: «Proposi ai proprietari: faccio i campionari e sviluppo il prodotto. Non vi chiedo soldi ma solo l'esclusiva per la distribuzione in Italia».
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Portò la produzione tessile in Veneto, terra di antica vocazione. Era diventato, forse inconsapevolmente, un ponte tra la cultura tedesca e quella italiana. Riuscì a trarre il meglio da ciascuna e in cinque anni quasi la metà del fatturato dell'azienda derivava dall'abbigliamento. Da quel viaggio a Monaco sono passati 35 anni e la scalata di Oberrauch alle vette del mercato non è ancora terminata. Ma il tutto non avrebbe assunto le proporzioni attuali senza una serie di acquisizioni mirate e senza la collaborazione di centinaia di alpinisti e di qualche manager. L'Europa, oggi, non è più sufficiente a garantire la crescita: stagnazione e recessione fanno male, e allora il gruppo Oberalp sta cercando di conquistare nuovi mercati, in Estremo Oriente soprattutto. Anche attraverso joint venture con imprese cinesi.

Qualche cifra può aiutare a inquadrare il fenomeno: 194 milioni di fatturato nel 2013, 210 milioni i dati preliminari per il 2014 (+8 per cento). Un migliaio di dipendenti di cui 450 in Italia; 40 negozi al dettaglio in Europa, 120 in Asia; 2,5 milioni di pezzi prodotti nel 2011, solo nel settore abbigliamento; più di 80 fornitori in tutto il mondo, dalla Lituania all'Indocina, dal Madagascar al Vietnam. Sedi in Germania, Austria, Svizzera, Francia, Spagna, Polonia, Repubblica Ceca, Usa e Hong Kong. Oberalp importa anche grandi marchi sportivi: Speedo, Fischer, Löffler, Halti, per fare qualche nome. Un gruppo in crescita costante da oltre 20 anni, alla faccia della crisi. “L'individuo al centro”, recita il motto aziendale.
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Ma il vero centro della storia è lui, il presidente-imprenditore partito da Bolzano e ritornato al via dopo un accurato shopping di alcuni tra i migliori marchi europei dell'alpinismo e dello sci alpinismo. Già. Perché il gruppo Oberalp non è solo Salewa. È Dynafit, Austria, attacchi e sci per l'alpinismo e il free ride; Pomoca, Svizzera, pelli di foca; Wild Country, Inghilterra, abbigliamento e attrezzature per l'arrampicata. Sono aziende leader nelle loro piccole ma redditizie nicchie di mercato. E per ogni acquisto Oberrauch ha una storia da narrare.

La più significativa resta però quella di Salewa, che gli ha consentito il grande salto. Nel 1990 l'antica cooperativa di conciatori e tappezzieri bavaresi fu messa in vendita. «Vidi il mio business in pericolo perché, se Salewa fosse stata comprata da altri, probabilmente avrebbero sfruttato canali di distribuzione diversi e sarei stato tagliato fuori».
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E allora fece il grande passo: acquistò il marchio portando la casa madre da Monaco a Bolzano. Curiosa anche la storia dell'acquisizione Dynafit. Uno studente di ingegneria dell'Università di Graz, Fritz Barthel, aveva inventato il modo per alleggerire l'attacco per lo sci alpinismo: alla Dynafit non gli diedero retta, ma lui acquistò 200 scarponi e sperimentò in proprio la morsa per ancorare la calzatura allo sci.

«Sono passati trent'anni da quella scoperta. L'imprenditore viennese, allora proprietario del marchio, non si rendeva conto di avere in mano un tesoro. Anzi due se consideriamo l'invenzione dello zaino-airbag per galleggiare sulle valanghe. Io ci ho creduto e ho rilevato Dynafit nel 2003», racconta Oberrauch. Il segreto di una crescita così rapida che nell'ultimo decennio ha consentito al gruppo altoatesino di passare da poco più di 100 a oltre 200 milioni di ricavi l'anno? L'amore per la natura e la passione per la montagna contagiano tutti, dal presidente all'ultimo assunto, sostiene il fondatore: «Sono questi i motori che ci fanno fare bene il nostro lavoro. Capiamo in anticipo le tendenze del mercato perché noi stessi li sperimentiamo tutte le settimane nelle nostre valli».

E poi: visione globale dei mercati che parte da un radicamento nel contesto locale, mix di tecnologia tedesca e design italiano: «La gente di montagna di solito è chiusa, poco comunicativa. Quando metti insieme quei due poli apparentemente opposti hai successo». La visione di Oberrauch non si esaurisce qui. Nella zona industriale Bolzano Sud, accanto all'autostrada, è stato costruito, nel 2011, un quartier generale all'insegna della sostenibilità, che può competere con gli uffici della new economy americana.
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Una delle architetture industriali contemporanee più riuscite, concepita dagli studi di architettura milanesi Cino Zucchi e Park Associati. Una sede che vuol essere vista da chi sfreccia in autostrada verso il Brennero. Michele Rossi, architetto, partner fondatore della Park Associati, spiega: «E' stato il progetto della vita. Con Heiner Oberrauch, cliente impegnativo ma stimolante, ho stabilito una relazione straordinaria. Durante le fasi di progettazione e realizzazione dell'opera ci chiamava ogni giorno». Tanto attivo che il giorno dell'inaugurazione ha voluto stupire i suoi ospiti calandosi in corda doppia dai 18 metri della nuova palestra di roccia artificiale. Il lavoro, dicevamo. Asilo nido, la più grande palestra di arrampicata e bouldering indoor e outdoor in Italia (2.500 metri quadri), parco, mensa a chilometri zero con cuoca sudtirolese per mangiare come a casa, uffici progettati «con semplicità accurata, per lavorare bene e volentieri».

Tutto dedicato ai dipendenti, ma non solo. Palestra, parco, bistrot, asilo e un immancabile punto vendita sono fruibili da chiunque transiti da quelle parti: «Un luogo vivo e vissuto, al contrario della maggior parte degli uffici, sull'esempio dei migliori musei moderni», dice l'architetto. Oberrauch sembra un predestinato: «È stata la nostra fortuna: gli sport della montagna in vent'anni hanno subito un'accelerazione mai vista prima. Un treno che è passato e che non potevamo perdere». In Salewa si respira il clima alpino e non sono solo, piccozze tute e ramponi a evocarlo: i primi 15 minuti del lunedì sono dedicati ai racconti delle gite in montagna. La passione diventa professione. Qui nessuno timbra il cartellino, è possibile l'home working e se c'è bel tempo si può scappare a fare una corsa in mountain bike o una salita sulla neve con le pelli di foca «clienti permettendo».
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Le cose importanti della vita, filosofeggia Heiner, non si limitano al lavoro: «Le famiglie devono stare insieme, il più possibile, per coltivare momenti di pace, di gioia, di tranquillità, di silenzio». Come si concilia questo assunto apparentemente ovvio con la vita di un'azienda leader? «Non si lavora la domenica, le vacanze sono obbligatorie, almeno due settimane di fila ogni anno. Anche i manager devono adeguarsi». Oberrauch dichiara di aver esteso a tutte le dipendenti la maternità a 12 mesi con lo stipendio al 50 per cento e non al 30. «Mia moglie, psicologa e psicoterapeuta, mi ha convinto: nel primo anno di vita del bambino è fondamentale la presenza costante dei genitori». Il lavoro può aspettare. Il mercato dell'outdoor vale, solo in Italia, 500 milioni l'anno e un miliardo e 400 milioni tra Cina e Corea del Sud. Oberalp c'è. Negli ultimi anni la crescita maggiore per Salewa & Company si è registrata grazie a un incremento del 46 per cento nelle esportazioni. La maggior parte dei mercati europei è rimasta stabile, sono cresciuti soprattutto i Paesi a fatturato più basso come Francia e Polonia. Negli Stati Uniti nel 2012 si è registrato un +25,6 per cento. Ma la vera scommessa rimane l'Oriente. Il futuro è già cominciato per il gruppo Oberalp, il piccolo impero senza confini di Herr Heiner Oberrauch.

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