Nel 2023 prodotti 44 milioni di ettolitri di vino. Bene Prosecco e Franciacorta, ma i cambiamenti climatici e la peronospora colpiscono duramente il meridione

Può essere considerata una vendemmia a due velocità quella 2023: a fronte di una produzione complessiva pari a 44 milioni di ettolitri di vino, le regioni più penalizzate dai danni climatici e dai grappoli colpiti prima della fioritura dalla peronospora della vite, che brucia gli acini in formazione, sono state quelle del Centro-Sud. Decisamente diversa la situazione nel Nord-Est, trainato dalla locomotiva Veneto, e in Lombardia dove le bollicine del Consorzio Franciacorta, che ha sede a Erbusco in provincia di Brescia e raggruppa 122 cantine, restano frizzanti. «Per quanto ci riguarda, la raccolta di uva è stata in controtendenza rispetto all’andamento generale», sottolinea Flavio Serina, responsabile ricerca e sviluppo Consorzio Franciacorta, impegnato nel progetto F.A.Re.Su.BIO che coinvolge diverse università e una ventina di aziende del territorio con l’obiettivo di raccogliere dati sulla composizione chimico-fisica e biologica dei suoli e della biodiversità. «La produzione, nonostante una stagione molto impegnativa per le abbondanti piogge – maggio è stato il mese climaticamente più umido degli ultimi venticinque anni – si è rivelata abbondante e la vendemmia si è concentrata nella terza e quarta settimana di agosto, come non succedeva da tempo. I vini ottenuti si caratterizzano per un modesto accumulo di zuccheri e livelli acidi particolarmente buoni».

 

E la vendemmia 2023 rappresenta un consolidamento anche per l’area del Prosecco nella campagna trevigiana: «Rispetto alle ultime annate, in cui eravamo abituati a prepararci per la vendemmia a metà agosto, quest’anno siamo tornati ai ritmi di una volta, chiudendo con i raccolti di Glera (vitigno a bacca bianca componente base del Prosecco, ndr) tra la fine di settembre e i primi di ottobre», racconta Giancarlo Moretti Polegato, patron di Villa Sandi, ricavi per 145 milioni di euro e un 60 per cento di esportazioni in gran parte verso Stati Uniti e Asia. «La quantità di uva prodotta nell’intera area del Prosecco, dalla DOC alle DOCG Asolo e Conegliano-Valdobbiadene, resta sui livelli del 2022 anche se, nei mesi estivi, sembrava più abbondante. Sicuramente, le giornate di sole a fine stagione hanno favorito la perfetta maturazione dell’uva mentre le significative escursioni termiche della fase pre-vendemmia si tradurranno in vini caratterizzati da una spiccata intensità di profumi», conclude Moretti Polegato.