FINANZA

Arrivano i superbonus dei banchieri: premi per milioni grazie al boom di Borsa

I manager al vertice dei grandi istituti di credito ricevono gran parte dello stipendio sotto forma di azioni. E con il rialzo dei titoli bancari sono aumentati anche i loro compensi. Andrea Orcel di Unicredit supera 12 milioni e il tesoretto di Alberto Nagel ora vale più di 30 milioni

di Vittorio Malagutti   2 marzo 2023

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Saranno i soci di Unicredit, convocati in assemblea il prossimo 31 marzo, a dire l’ultima parola sullo stipendio dell’amministratore delegato Andrea Orcel. Il consiglio di amministrazione dell’istituto milanese vorrebbe aumentare del 30 per cento il compenso del banchiere, che con i suoi 7,5 milioni è già il banchiere più pagato d’Italia. Tra retribuzione base, bonus e benefit vari Orcel potrebbe quindi ricevere 9,75, milioni in totale, per due terzi sotto forma di titoli Unicredit.

Il fuoco di sbarramento degli azionisti, guidati dai grandi fondi internazionali, potrebbe però bocciare la proposta. Poco male, per Orcel. Il valore del suo tesoretto personale in azioni della banca milanese è già passato dai 5 milioni previsti al momento della nomina, nell’aprile del 2021, agli attuali 12,5 milioni circa. La corsa dei titoli Unicredit ha trainato anche il compenso dell’amministratore delegato della banca, agganciato per contratto alla quotazione. 

Il caso Orcel non è isolato. Il boom di Borsa ha garantito lauti guadagni supplementari anche ad altri banchieri. Due nomi su tutti: Alberto Nagel, a capo di Mediobanca, e Carlo Messina, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo. Il valore di questi bonus varia in base ai risultati di bilancio. E visto che nel 2022 il mondo del credito ha fatto segnare profitti record, c’è da aspettarsi che i manager di vertice verranno premiati con nuovi pacchetti di azioni, destinati ad aggiungersi a quelli assegnati negli anni scorsi.

Il copione è già andato in scena in casa Mediobanca, che ha chiuso a giugno i conti del 2022, approvati dall’assemblea dei soci nell’ottobre scorso. Pochi giorni dopo, a novembre, l’amministratore delegato Nagel ha ricevuto circa 125 mila azioni e ne ha subito rivendute 59 mila per coprire gli oneri fiscali della gratifica. Erano in azioni in regalo, sulla base di un piano di incentivi riservato al capoazienda e a un altro selezionato gruppo di dirigenti.

Tenendo conto di quest’ultimo bonus, il banchiere milanese adesso possiede circa 3,1 milioni di titoli dell’istituto che fu di Enrico Cuccia. Sei mesi fa la partecipazione azionaria del manager valeva poco più di 24 milioni. Da allora, però, il clima è cambiato in Borsa. Gli investitori hanno ricominciato a puntare sugli istituti di credito, tornati sugli scudi per effetto dell’aumento dei tassi d’interesse. Non fa eccezione Mediobanca, che ha mandato in archivio un bilancio forte di utili in aumento del 12 per cento. Con un rialzo di poco inferiore al 30 per cento dal settembre scorso, la quotazione è tornata ad avvicinare i livelli del periodo pre-Covid. Insieme al titolo ha preso il volo anche il valore dei premi di Nagel. I suoi 3,1 milioni di azioni adesso valgono 30 milioni di euro, circa 6 milioni in più rispetto all’autunno scorso.

Bonus in arrivo anche per Messina, a capo di Intesa. Nel 2022, il manager che guida la più importante banca italiana per valore di mercato ha ricevuto come compenso extra quasi un milione di titoli, da sommare ad altri 1,9 milioni accumulati negli anni precedenti. Ai prezzi correnti nei primi giorni di marzo, il valore di questo pacchetto (2 milioni 942 mila azioni) supera i 7,4 milioni di euro. A fine aprile l’assemblea dei soci darà via libera ai conti del 2022, con profitti in crescita del 4 per cento rispetto al 2021. La performance degli utili, insieme al miglioramento di altri parametri di bilancio, dovrebbe garantire a Messina un nuovo bonus in azioni. Il valore del premio verrà comunicato nelle prossime settimane, poco prima dell’assemblea dei soci di fine aprile. Intanto però il titolo Intesa continua a correre. Dall’ottobre scorso il rialzo supera il 50 per cento. Di conseguenza è lievitato anche il valore dei titoli di proprietà dell’amministratore delegato: 2,2 milioni in più nell’arco di sei mesi.

Va detto che questi guadagni sono virtuali, destinati a restare sulla carta fino a quando le azioni non verranno vendute. Tra l’altro, in alcuni casi, per evitare speculazioni di breve termine, le regole societarie vietano di passare all’incasso prima che sia trascorso un certo intervallo di tempo, un anno o anche di più, dall’assegnazione del bonus. Come detto, il valore del premio è di solito legato ai risultati aziendali, ma può anche capitare che la gratifica sia svincolata dall’andamento dei conti. Orcel, per esempio, è riuscito a spuntare un bonus d’entrata di 5 milioni di euro, presentato dalla banca come «sign on award». In pratica, due anni fa, l’amministratore delegato di Unicredit ha ricevuto un pacchetto 673 mila azioni in regalo per il semplice fatto di aver accettato l’incarico. Come valore di riferimento per l’accordo è stato presa la quotazione di 7,42 euro del 25 gennaio, il giorno «immediatamente precedente la data in cui le condizioni di impiego erano state concordate», si legge nei documenti aziendali. Da allora il prezzo di Borsa della banca milanese è quasi triplicato e anche il premio dell’amministratore delegato ha superato quota 12 milioni. Il boom del titolo si spiega anche con i conti della banca. Il bilancio del 2022 è il migliore degli ultimi dieci anni e i soci incasseranno una ricca cedola.

Sulla base di questi risultati, adesso Orcel chiede un aumento del suo compenso, sfidando il mercato. Il banchiere di Unicredit, un tempo soprannominato il «Ronaldo dei banchieri» (quando Ronaldo era Ronaldo), è noto per l’abilità nel far valere le proprie ragioni. Poche settimane fa ha anche vinto la causa da 43 milioni di euro intentata in Spagna contro il Banco Santander che non voleva versargli il compenso pattuito. Tempo tre settimane e vedremo se Orcel la spunterà un’altra volta.

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