Con il passaggio al mercato libero, milioni di famiglie interrogano i siti per conoscere le tariffe più convenienti. Ma i portali più noti hanno non pochi conflitti d'interesse e restituiscono risultati limitati rispetto al sito dell'autorità. ecco la nostra prova

È la domanda da un milione di dollari. Anzi, da 4 milioni, come gli utenti che devono passare – volenti o nolenti – al mercato libero di luce e gas. Il quesito è semplice: quale tariffa mi conviene? Strano a dirsi ma la risposta la fornisce lo Stato, che con la legge per la Concorrenza del 2017 ha messo in piedi il suo comparatore online IlPortaleOfferte.it

 

Quindi fine della storia? Non proprio. Il sito pubblico sviluppato da Arera e Acquirente Unico è attivo dal 2018, ma da prima esistono decine di comparatori privati e commerciali che si propongono di fornire più o meno lo stesso servizio, realizzando però dei profitti. E, grazie alle campagne di marketing e agli spot su cui investono, sono assai più noti del portale pubblico. I nomi sono tanti: Facile.it, Segugio.it, SosTariffe, ComparaSemplice sono solo alcuni dei più noti e altri ancora compaiono in testa alle ricerche su Google ogni volta che si prova a cambiare operatore. Da piccole startup digitali, negli ultimi anni alcune di queste aziende hanno raggiunto valutazioni stellari. Facile.it è stata acquistata nel 2022 dal fondo statunitense Silver Lake con una valutazione superiore al miliardo di euro. MutuiOnline, che controlla Segugio.it, ha una capitalizzazione in Borsa di 1,2 miliardi di euro e nel 2020 ha acquisito per 30 milioni anche SosTariffe (la replica del gruppo è in coda all'articolo). La gallina dalle uova d’oro del settore sono la parte Mutui e quella Rc auto, aree di comparazione da cui sono nati questi siti che poi hanno esteso la loro tecnologia anche alle tariffe di luce e gas, di internet o ai prestiti.

 

Gran parte dei ricavi di queste aziende passa da accordi commerciali: guadagnano da ogni utente che sottoscrive un contratto passando dal comparatore. Poi c’è una costellazione di servizi aggiunti, dalle consulenze alla raccolta dei dati personali. Tutto legale, teniamo a precisarlo, anche se spesso a mancare è la trasparenza.

 

Il primo limite di questi siti è il loro conflitto di interesse: quanto rigorosi saranno i confronti tra operatori se poi sono gli stessi che alla fine ti pagano? E infatti la lista di società tra cui permettono di fare paragoni è molto limitata rispetto al portale pubblico; su quest’ultimo sono monitorate 184 aziende, sui portali commerciali assai meno: 16 su Segugio, 15 su Facile e su SosTariffe, neanche una decina su altri siti. A essere privilegiati sono i gestori più grandi e conosciuti, assieme a nuovi operatori che puntano tutto sul marketing digitale. Restano invece ai margini le società con cui non si sono stretti accordi commerciali: l’utente così viene così indirizzato verso le offerte remunerative per chi gestisce i comparatori.

 

Tanto per dare un’idea, abbiamo fatto la stessa ricerca sui diversi motori, a caccia della tariffa migliore per la bolletta della luce. Tra i primi 5 gestori proposti dal portale pubblico, solo uno appare anche nelle ricerche dei comparatori privati. Di più: sui siti commerciali ci sono stati mostrati solo contratti più costosi e ogni portale, anche se ha come partner quasi sempre gli stessi marchi, ce li ha elencati in un ordine e con costi stimati sensibilmente diversi. Colpa anche delle “tariffe esclusive” e degli annunci sponsorizzati che alterano la graduatoria di convenienza.

 

C’è poi un altro problema: tutti i siti chiedono dati personali per essere ricontattati o per ricevere via mail le offerte. Nella maggior parte dei casi però, si finisce per concedere il diritto di utilizzare i nostri dati a scopi di marketing o di poterli rivendere a società terze: informazioni che in questo momento possono essere un vero tesoro. Invece di risparmiare si rischia così di essere tempestati da telefonate e proposte commerciali. Queste e altre pratiche non sono passate inosservate all’Antitrust. Nel 2021 due società del gruppo Facile.it sono state multate per 7 milioni di euro per «pratiche commerciali scorrette, ingannevoli e aggressive», nel 2023 ComparaFacile ha accettato di intervenire sulla trasparenza di alcune informazioni sul suo portale, in modo da chiudere un procedimento, mentre alcuni mesi fa l’Unione Nazionale Consumatori ha annunciato un esposto all’Agcm per alcune opacità rilevate su 5 comparatori.

 

 

LA REPLICA DI MUTUIONLINE
Scriviamo in merito all’articolo pubblicato sul settimanale del 19 gennaio dal titolo “I comparatori con il conflitto di interesse” in cui sono citati Segugio.it e SOStariffe.it, due siti di comparazione che fanno capo a Gruppo MutuiOnline, all’interno di una più ampia rappresentazione di siti di natura e con modelli molto diversi. Nell’articolo si afferma che i siti di comparazione guadagnano “da una costellazione di servizi aggiunti, dalle consulenze alla raccolta di dati personali” e dalla loro vendita a società terze.

 

Ci preme precisare che Gruppo MutuiOnline, che gestisce alcuni tra i portali più noti di comparazione in Italia e all’estero, opera da sempre nella massima trasparenza, con correttezza e nell’interesse del consumatore finale. Ricordiamo altresì che tutte le attività di comparazione ed intermediazione di prodotti finanziari da parte delle diverse società del Gruppo vengono regolate da organismi apposti, come l’OAM (Organismo Agenti e Mediatori) per la parte di intermediazione di prodotti di credito, e l’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) per la parte di prodotti assicurativi. 

 

Ci preme inoltre evidenziare che il mercato dell’intermediazione delle tariffe dell’energia è a tutti gli effetti oggi non regolato ed il problema principale sono i call center abusivi, che spesso si spacciano per “comparatori”, e che comprano - loro sì - liste di numeri di telefono di dubbia provenienza e vendono le offerte di un solo operatore senza alcuna trasparenza. Un problema enorme su cui sono necessari interventi molto più incisivi rispetto a quanto si è fatto (vedi la recente estensione del Registro Pubblico delle Opposizioni ai telefoni cellulari) guardando ad esempio a quanto accaduto in Olanda dove sono intervenuti sanzionando gli operatori di energia che si sono avvalsi di questa dubbie pratiche.

 

In ultimo, a puntuale precisazione rispetto a quanto rappresentato dal pezzo, come Gruppo MutuiOnline – peraltro non destinatario di alcun provvedimento dell’Antistrust – teniamo a sottolineare che:

  1. Non abbiamo alcun tipo di remunerazione da generiche “consulenze”.
  2. Non cediamo dati a terzi e non generiamo quindi profitti dalla loro cessione.
  3. Non indirizziamo la nostra consulenza verso operatori che danno la provvigione più alta. La nostra produzione, distribuita su 15 operatori diversi, per natura stessa del servizio tende a concentrarsi verso gli operatori che offrono i migliori prezzi nel momento in cui viene effettuata la comparazione. 
  4. Non consigliamo di cambiare operatore quando non c’è un risparmio. In particolare, oltre il 50% delle conversazioni telefoniche di consulenza si conclude senza un cambio operatore, e quindi senza provvigione.
  5. La quasi totalità delle tariffe presenti sul sito ARERA e assenti sui nostri comparatori sono meno convenienti di quelle che confrontiamo.