L'intervento

Il grande bluff del governo Meloni sul bonus trasporti 2024

di Dario Balotta*   16 gennaio 2024

  • linkedintwitterfacebook

Il contributo per i mezzi pubblici quest'anno è stato inserito nella carta sconti "Dedicata a te" per chi ha un Isee inferiore ai 15mila euro. Ma può essere usato sia per il biglietto del bus, sia per fare benzina. E la sostenibilità che fine ha fatto?

Nel Paese dei 22 bonus - luce, gas, terme, facciate, idrico,TV, mobili, casa, Natale, occhiali, internet, vacanze, tende e avanti così - non poteva mancare il (demagogico) bonus trasporti. Nato due anni fa per allungare la lista di quelli che sono i contributi provvisori (congiunturali e variabili) privi di strategia sociale, economica e ambientale, ora il governo Meloni conferma il bonus trasporti, deprivandolo sostanzialmente di qualsiasi valore o strategia. Insomma, il bonus c'è, ma non si vede. O forse sarebbe meglio dire il bonus si vede ma non c'è. 

 

Partiamo dalla genesi: il bonus trasporti viene generato con l'obiettivo di aumentare del 30% l'utenza sui mezzi pubblici, cercando quindi di porre rimedio alla perdita di pendolari e avventori di metro, bus e treni avvenuta durante il periodo covid. Spoiler: il bonus non ha recuperato alcunché di quanti si sono disaffezionati ai mezzi pubblici, ma soprattutto perché nel frattempo la qualità dei trasporti è peggiorata. 

 

Oggi il bonus trasporti versione 2024 è una figura sbiadita e stanca di quell'iniziale strumento: prova ne è il fatto che si cambia il criterio di accesso (non più un'assegnazione in base al reddito, bensì in base all'Isee) e se ne riduce la platea, concedendo l'agevolazione solo a chi ha una condizione economica famigliare inferiore ai 15mila euro. Più nello specifico i 60 euro di esenzione per l'acquisto dell'abbonamento mensile o annuale del treno o dell'autobus, sarà erogato all'interno della carta "Dedicata a te", destinata per l'appunto a nuclei familiari con Isee non superiore a 15.000 euro.  Niente di più iniquo si poteva fare per assegnare una manciata di soldi a qualche pendolare.

 

Il provvedimento dimostra che il Governo non ha una strategia per il rilancio del settore, dato il carattere congiunturale e minimalista del provvedimento. Neppure favorirà la ripresa dei trasporti pubblici che, dopo il covid, non hanno ancora recuperato il calo del 20/30% dell'utenza che si è spostata sull'auto, facendo così aumentare la congestione del traffico viario e l'inquinamento dell'aria. In Germania l'abbonamento mensile è stato abbassato a 49 euro per i pendolari di tutti i mezzi, dopo la promozione post covid di 9 euro mensili per un anno su tutta la rete tedesca. In Spagna c'è la gratuità a condizione che si usino effettivamente i mezzi pubblici. 

 

Sono questi gli interventi strutturali, costosi ma efficaci, che sarebbero necessari. Infatti sia in Germania, sia in Spagna sono stati recuperati i livelli di passeggeri trasportati ante covid. Da noi il sistema di erogazione del bonus negli anni passati è stato il click day, dati i budget ristretti di 300 milioni nel 2022 e di 100 milioni nel 2023. Lo scorso anno partecipavano mediamente 4,5 milioni di pendolari e in quella specie di lotteria ce la facevano meno del 13% a diventare i nuovi possessori del "bonus trasporti", cioè a farsi validare il voucher sul sito del Ministero del Lavoro, dopo una attesa di ore al telefono. Non tutti sono riusciti a centrare l'obiettivo e più d'uno ha mollato la spugna (singolare ma efficace forma di spending review all'italiana).

 

Da quest'anno la carta “Dedicata a te”, nata con lo scopo di sostenere le famiglie nell’acquisto dei beni di prima necessità e alimentari, ha assorbito anche il bonus trasporti. Si potrà dunque usare anche per l’acquisto del carburante e per l' abbonamento dei trasporti pubblici. Incentivo al trasporto pubblico o all'auto privata? Cosa sceglieranno i possessori di tale carta è facile da intuire. 

 

Se negli ultimi due anni ogni mese, con un obsoleto, insufficiente ed iniquo, ma molto pubblicizzato, click day, il Governo cercava il consenso con un demagogico provvedimento, ora ci riprova facendo credere che ci sia ancora il vecchio bonus. Il Governo continua a fare da spettatore di fronte alla crisi del trasporto pubblico dove prevalgono tagli e garanzie monopoliste e non incoraggia lo spirito green di un settore decisivo per la riduzione dell'inquinamento atmosferico e della congestione stradale come sta avvenendo in ogni Paese comunitario.

 

*Dario Balotta è Presidente ONLIT (Osservatorio nazionale liberalizzazioni infrastrutture e trasporti)