Digitale. Attento agli sprechi. Accogliente. Internazionale. La Presidente racconta come è cambiata la manifestazione milanese. Con un obiettivo: mantenere vive le connessioni

Per promuovere l’edizione numero 62 del Salone del Mobile.Milano, la presidente Maria Porro si è spinta fino agli Stati Uniti: un tour partito da Dallas, città in cui ha dialogato con l’architetto Adam D.Tihany e proseguito a New York dove insieme a Michele De Lucchi, fondatore di AMDL CIRCLE, e all’industrial designer Stephen Burks si è discusso di quanto una fiera di settore così importante possa fare da volano per progetti, aziende, nuovi materiali. Senza dimenticare il rapporto tra design, tecnologia e big data. «L’obiettivo è mantenere vive le connessioni. Un po’ come è successo durante la pandemia. Per questo la principale novità del Salone sta nel fatto che diventa esperienza e piattaforma attiva 365 giorni l’anno», esordisce Maria Porro, tre figli, quarta generazione di una famiglia di imprenditori nel settore arredo e attuale direttore marketing e comunicazione della Porro S.p.A. Un marchio che nasce in Brianza nel 1925, presente al Salone del Mobile fin dagli esordi della manifestazione: oggi conta oltre 600 rivenditori nel mondo e si rivolge a un segmento di mercato alto. Dal 2017 è entrato a far parte di Altagamma, la fondazione che riunisce le imprese dell’industria culturale e creativa italiana.

 

«Dai servizi di prenotazione appuntamenti in stand a quelli di ticketing online, per rafforzare la relazione con la community sui social media, il Salone del Mobile.Milano diffonde contenuti e ha finalizzato progetti in grado di raccontare il complesso mondo del design coinvolgendo voci autorevoli. Qualche esempio? La web serie Behind the doors che vede protagonisti nomi di fama internazionale quali Formafantasma e Palomba Serafini o il podcast Design forward, sviluppato con la curatrice Maria Cristina Didero. Con l’avvicinarsi della data di apertura, la narrazione continuerà ad arricchirsi di contenuti volti a valorizzare ulteriormente gli espositori, facilitare la conoscenza e l’orientamento all’interno della fiera per pianificare al meglio la visita». Una community, quella della fiera milanese, che continua a crescere. Parallelamente alle performance dei contenuti che, nel 2023, hanno registrato oltre 450 mila interazioni e 110 milioni di impression. Per l’edizione 2024, gli hashtag ufficiali saranno #salonedelmobile2024 e #wheredesignevolves.

 

«I grandi eventi e i conseguenti grandi numeri hanno un impatto molto forte sull’ambiente quindi, come settore, dobbiamo farci delle domande: sull’allestimento degli stand, sui materiali da preferire, sull’attenzione ai disabili, sullo spreco di cibo e di acqua. Riguardo questi ultimi temi abbiamo costruito alcuni progetti. Nei padiglioni di EuroCucina si celebra il cibo come simbolo e fenomeno culturale, approfondendo le opportunità che il settore offre al mondo del progetto. L’educazione e l’industria alimentare, l’intero ciclo produttivo e di consumo, la gestione degli scarti possono rivelarsi uno spazio di intervento e di creatività».

 

Per spiegare tutto questo, il Salone ha messo insieme sei food magazine indipendenti italiani, americani, austriaci, inglesi, portoghesi e sudcoreani che presenteranno il loro punto di vista sulle emergenze attuali e sui possibili scenari futuri. Tutto questo attraverso rappresentazioni realizzate con artisti, creativi e chef. Le installazioni saranno visibili all’interno della fiera. «Siamo partiti dal progetto architettonico immaginando una piazza aperta a tutti», racconta Porro: «Fra le performance previste c’è quella che immagina il mare del futuro, privo di pesci, in cui gli individui saranno costretti a esplorare oltre i confini di ciò che sono abituati a pescare. Il palcoscenico vedrà protagonista una cucina-dispensa in grado di estrarre il sapore del mare, magari dalle alghe, risorsa ecologica importante».

 

E il design può influenzare anche il consumo di acqua. «Il Padiglione 10 del Salone Internazionale del Bagno ospita l’installazione Under the Surface, ideata da Emiliano Ponzi, Accurat e Design Group Italia: prende la forma di un’isola sommersa in un mare di riflessi di luce che rappresentano i dati sul consumo globale di acqua. I numeri e le statistiche si trasformano quindi in un’esperienza visiva che coinvolge lo spettatore. Under the Surface ci dimostra che possiamo immaginare un altro modo di realizzare prodotti per le nostre case, penso ad esempio alle cromature della rubinetteria, in complicità con la natura».

 

Con visitatori da 180 Paesi e il 30 per cento degli espositori stranieri, il Salone 2024 ospita un incontro (il 17 aprile) con Francis Kéré, primo architetto africano a vincere il prestigioso Pritzker Architecture Prize: sostenibilità e inclusività sociale come l’accesso all’acqua potabile e la promozione dell’istruzione sono argomenti a lui cari. «Il suo primo edificio è stato una scuola elementare che non solo ha progettato ma anche finanziato grazie a una raccolta fondi insieme ai residenti del villaggio dove è nato, in Burkina Faso«, sottolinea Porro. Che parla dei venticinque anni del SaloneSatellite, dedicato al design “under 35”: «Ad oggi hanno partecipato quattordicimila giovani e 270 scuole di design internazionali. Proprio accanto al SaloneSatellite, nel Padiglione 5-7, prenderà forma l’installazione Interiors by David Lynch. A Thinking Room, caratterizzata dalla geometria scultorea della grande sedia in legno: sette cilindri dorati  e soffitti a volta composti da tubi di metallo, avvolta nel velluto blu. Una stanza-pensatoio che sviscera la tematica dell’isolamento. Perché lo spazio fisico può essere anche uno spazio di pensiero».