Firenze sarà capofila. il primo cittadino Nardella: «Combinerà l’esperienza del mondo privato e dell’industria con la capacità d’indirizzo strategico degli enti pubblici»

Anche la Toscana batte un colpo nel complicato mondo dei servizi pubblici. In ritardo di vent’anni, ma finalmente in corsa. Nel 2023 è nata sul territorio della Toscana centrale una unica azienda a cui fanno capo i servizi nel campo ambientale, idrico ed energetico.

 

Era il 2002 quando Hera, muovendo da Bologna e dalla Romagna, con il pragmatismo e la lungimiranza tipici di quelle terre, lanciò la sfida di aggregare un gruppo di aziende ex municipalizzate, allargandosi poi al resto dell’Emilia, al Nord Est e alle Marche. Era la strada vincente. Qualche anno dopo - siamo nel 2008 - anche la Lombardia decideva di seguire quelle orme dando vita ad A2A. Nessuno da quelle parti ha mai più voluto tornare indietro. Nel 2010, invece, sull’asse Genova-Torino nasceva Iride, che diventerà Iren 5 anni dopo, un’altra multiutility su scala nazionale. Nel Lazio, infine, la scena è dominata da Acea che, come le altre ‘sorelle’, opera contemporaneamente in più settori: ambiente, acqua, gas naturale, energia elettrica. Tutto insieme appassionatamente. Perché è proprio la forza dell’aggregazione il valore che accomuna queste aziende, visto che oltre vent’anni dopo il settore delle multiutility non arretra, ma anzi mostra segnali di ulteriore crescita ed effervescenza, che spingono altre realtà a tentare la carta dell’unione strategica. Tra i protagonisti di queste operazioni ci sono numerosi amministratori locali di centrosinistra, ma la Toscana “rossa” si è sbloccata solo ora.

 

Cos’è successo? Lo racconta il sindaco di Firenze, Dario Nardella: «Il Comune di Firenze si è spogliato dei panni di “prima della classe” e ha condiviso un progetto collettivo con le realtà di Prato, Empoli, Pistoia e altre decine di amministrazioni, dando vita a un’alleanza che intende recuperare il tempo perduto», nella convinzione che il progetto di una nuova multiutility, ancora in fase di sviluppo e allargamento, possa dimostrarsi capace – nella Toscana dei campanili e delle rivalità storiche - di crescere ulteriormente, funzionando da calamita verso altri territori e altre aziende interessate a condividere una dimensione più grande e una visione che vada oltre il proprio particolare. «E’ la soluzione ideale – afferma il sindaco di Firenze Dario Nardella – perché combina l’esperienza del mondo privato e dell’industria con la capacità d’indirizzo strategico degli enti pubblici, in modo da consentire la produzione e la gestione di servizi sempre più innovativi, garantendo qualità e risparmio economico ai cittadini. È la più grande novità politica ed economica degli ultimi 20 anni in Toscana».

 

Previsto nei prossimi mesi il lancio del nuovo nome, oggi a caratterizzare l’aggregazione societaria c’è intanto il marchio Alia, l’azienda che, guidata dall’amministratore delegato Alberto Irace (ex Acea), gestisce il ciclo dei rifiuti in 58 Comuni della Toscana centrale e che ha assunto su di sé il ruolo di capofila del progetto, entrato nel vivo il 26 gennaio 2023 grazie alla fusione per incorporazione di Alia Servizi Ambientali, Publiservizi, Consiag e Acqua Toscana e proseguito con il consolidamento di Estra, azienda nazionale del settore energia, e con l’acquisizione della maggioranza di Publiacqua. Niente male come nucleo di partenza, visto che la nuova realtà può già oggi vantare ricavi per 1,6 miliardi di euro e 3.600 addetti complessivi ed è destinata a crescere ancora, come suggeriscono i numeri del settore. In Italia - secondo quanto recentemente comunicato da Utilitalia - utility e multiutility generano infatti un fatturato complessivo di circa 42 miliardi di euro, con circa 130.000 occupati diretti. Numeri tutt’altro che banali.

 

«Avere una gestione industriale, efficiente ed efficace dei servizi pubblici, favorire sinergie, ottimizzare l'utilizzo delle risorse, ridurre i costi, calmierare le tariffe e migliorare le prestazioni saranno – conclude Nardella - obiettivi fondamentali nel prossimo futuro. Così da avere effetti importanti anche sul piano degli investimenti, che potranno essere decisi in loco, consistenti, mirati e qualitativamente significativi».