Cosa c'è di nuovo

La startup che monitora il mare con i sensori wireless

di Emanuela Cavallo   6 giugno 2024

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A Panarea e nel Mar Rosso la rete subacquea a onde acustiche di un’azienda romana misura anche le condizioni dell’acqua

Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia: le parole di Amleto ben definiscono i limiti umani della conoscenza. Shakespeare, peraltro, considerava l’ambiente terrestre e al massimo contemplava le stelle: e allora cosa dire degli abissi? Non quelli dell’anima, ma quelli inesplorati e ignoti del mondo marino. Le informazioni sono pochissime e le comunicazioni si interrompono, dato che nell’acqua le onde elettromagnetiche non si propagano. Per superare l’ostacolo, l’azienda italiana WSense, nata come spinoff del dipartimento d’informatica dell’Università La Sapienza di Roma, ha brevettato un sistema di connessione wireless subacqueo.

 

Una tecnologia che utilizza onde acustiche simili a quelle usate dai delfini, combinate a tecnologie ottiche, per la trasmissione delle informazioni. L’elemento fondamentale è un “nodo”, un sensore sottomarino capace di rilevare tantissime informazioni: salinità, temperatura, ossigeno disciolto, pH dell’acqua, presenza di idrocarburi, quantità di CO2, tipologia e livello dei rumori. Un vero e proprio laboratorio che controlla la salute dell’ambiente marino e recupera dati, fondamentali per capire anche l’impatto del cambiamento climatico. Più nodi in rete coprono aree vaste, anche decine di chilometri. I dati rilevati dei sensori vengono trasmessi in tempo reale e georeferenziati. L’innovazione è tutta italiana. La startup, ormai scaleup, di deep tech, conta già cinquanta persone ed entro fine anno punta a raggiungere i settanta addetti, tra ricercatori e manager.

 

«Con il monitoraggio sottomarino wireless, acquisiamo big data per conoscere gli effetti del cambiamento climatico, comunicare, controllare le infrastrutture critiche (come cavi, gasdotti, oleodotti) o guidare da remoto droni», spiega Chiara Petrioli, ingegnere informatico e ricercatrice, Ceo dell’azienda. «I sistemi non impattano sui fondali e sono già operativi in aree marine come la Smart Bay di Santa Teresa in Liguria, l’isola di Panarea e le isole coralline Farasan nel Mar Rosso». WSense è l’unica impresa italiana tra i venti campioni della blue economy selezionati dalla Commissione europea e dalla Banca Europea per gli Investimenti per le loro innovazioni al servizio degli oceani.