Viaggio nell’intelligenza artificiale
Vedremo l'impatto della Ia sul cinema molto prima di quanto crediamo
Viaggio nell’intelligenza artificiale
Vedremo l'impatto della Ia sul cinema molto prima di quanto crediamo
Con l’evoluzione dei mezzi digitali e con applicazioni come Sora, potremo produrre video in tempi brevi. Ciò avrà un impatto su molte professioni, nel cinema e in ogni settore in cui si producano contenuti. La qualità? Non sarà il punto dirimente se costano poco
Di recente ho visto un’intervista con Ashton Kutcher (ex marito di Demi Moore, ricordate, no?). Ma un attimo, chi è Ashton Kutcher oggi? Certo, tutti lo conosciamo come attore, ma negli ultimi anni si è fatto un nome anche come investitore nel mondo della tecnologia. Durante questa intervista, Kutcher ha parlato di una nuova versione di OpenAI chiamata Sora, in grado di generare video di alta qualità partendo da un testo. Sì, avete capito bene, da un semplice testo si ottiene un video fatto e finito. Ma il punto più interessante del discorso di Kutcher è stato quando ha detto che a breve saremo in grado di creare un intero film con l’intelligenza artificiale. Al momento può sembrare qualcosa di fantascientifico, visto che le tecnologie attuali come Luma Labs, le alternative cinesi, Pika e la stessa Sora (che ancora non è disponibile sul mercato) producono solo brevi animazioni con parecchi errori. Però, secondo lui, con l’aumento della capacità e della potenza di calcolo, saremo in grado di velocizzare le operazioni di renderizzazione e generare un film intero partendo da uno script, in tempo reale. Immaginate di scrivere a ChatGpt: «Oggi ho voglia di vedere un film d’azione stile “The Bourne Identity”». E lui, come per magia, crea lo script di un film. Poi lo passate a Sora e, boom, vi ritrovate con un film tutto vostro. Assurdo, vero? Eppure, questo potrebbe diventare la norma sia per la fruizione personale sia per la produzione di contenuti destinati al pubblico.
Ora, quali sono le conseguenze di questa rivoluzione? Partiamo dal presupposto che viviamo in un’economia del «just enough», dove tutti dicono di volere la qualità, ma alla fine guardano film sul cellulare e sono pochi quelli disposti a pagare davvero per contenuti di alta qualità. L’abbastanza ha preso il sopravvento, se ci pensate (ricordate quando Skype e poi WhatsApp hanno offerto telefonate gratis, ma la qualità non era quella telefonica? Alla fine il gratis e l’abbastanza prendono il mercato). Questo significa che per diffondersi questi sistemi non dovranno essere un capolavoro alla Nolan, ma l’asticella da raggiungere sarà molto più bassa. Inoltre, avremo una democratizzazione della creazione di contenuti, simile a quella avvenuta con i blog, con un impatto significativo sulle aziende e sui lavori legati alla creazione di contenuti. Le aziende vedranno ridotti i costi di produzione, mentre i professionisti del settore dovranno adattarsi ai cambiamenti. È una questione economica: se posso spendere di meno, sceglierò quell’opzione. Pensate ai costi di una troupe per riprese, che potrebbero essere sostituite da video generati dall’Ia. Perché spendere di più se la qualità è praticamente la stessa?
A questo punto lo scenario che abbiamo davanti è chiaro: saremo in grado di produrre video di alta qualità con l’Ia in tempi molto brevi e ciò avrà un impatto su molti lavori, non solo a Hollywood, ma ovunque si producano contenuti. Questo significa che non avremo più bisogno di Disney e Netflix? No, perché continueremo a cercare la competenza e la sensibilità di altri. Non è che si può improvvisare l’arte di creare un film e sarebbe assurdo pensare che da domattina tutti saremo Spielberg solo perché abbiamo una nuova tecnologia magica. Ma i professionisti più lungimiranti integreranno velocemente queste tecnologie nel loro lavoro. Chi si occupa di effetti speciali, per esempio, dovrà imparare a utilizzare queste nuove tecnologie invece di aspettare di essere sostituito da un software.
In questi giorni si sente spesso dire che non sarà l’Ia a rubarci il lavoro, ma chi saprà usarla. E ora non basta più neanche questa frase. Chi saprà DAVVERO utilizzare l’Ia avrà la meglio.
A supporto di questa visione, è utile considerare alcuni dati. Secondo un rapporto di Gartner, entro il 2025, l’80% dei contenuti multimediali prodotti sarà generato dall’intelligenza artificiale. Inoltre, una ricerca di McKinsey ha stimato che l’automazione e l’intelligenza artificiale potrebbero aggiungere fino a 13 trilioni di dollari all’economia globale entro il 2030, con il settore dei media e dell’intrattenimento che vedrà un impatto significativo. Per quanto riguarda l’industria cinematografica e dell’intrattenimento, l’introduzione dell’Ia potrebbe ridurre drasticamente i costi di produzione e post-produzione, stimolando ulteriori innovazioni e nuovi modelli di business. Infine, il mercato dei contenuti digitali sta esplodendo. Secondo Statista, il mercato globale dei contenuti digitali ha raggiunto i 161 miliardi di dollari nel 2021 e si prevede che raggiungerà i 241 miliardi di dollari entro il 2025. L’Ia offre enormi opportunità per la creazione di contenuti personalizzati e di alta qualità, rispondendo alla crescente domanda di video e altri media digitali.
Quindi: se da una parte l’Ia rappresenta una sfida per i professionisti del settore, dall’altra offre enormi opportunità per chi saprà adattarsi e sfruttare queste nuove tecnologie. Chi saprà cogliere queste opportunità non solo garantirà la propria sopravvivenza professionale, ma avrà la possibilità di emergere come leader in un panorama in continua evoluzione. Come sempre, impegno, dedizione, intelligenza e anticipazione faranno la differenza. E l’anticipazione questa volta è ancora più importante per non farsi trovare impreparati, perché, come diceva il saggio, il segreto per segnare più goal non è andare dove è la palla, ma andare dove si troverà la palla.