Controcopertina

Quanto vale davvero Taylor Swift

di Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni   12 luglio 2024

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Con un patrimonio da un miliardo e un giro d’affari astronomico, la Swiftonomic è già fenomeno di studio per Bce e Federal Reserve. In Francia ha surclassato le Olimpiadi

Un corso di psicologia per studiare la sua carriera già esiste in Arizona, altri in giro per gli States ne hanno chiosato il canzoniere. Ora, però, a intrigare i ricercatori – ultimi quelli dell’American University – è la “Swiftonomic”, ovvero l’impatto che la cantautrice Taylor Swift sta avendo non solo sull’economia statunitense ma anche su quella globale con il suo Eras Tour 2023/2024. Innanzitutto, grazie all’infinita tournée iniziata a marzo dello scorso anno, l’artista è entrata nell’olimpo dei paperoni, con un patrimonio personale di oltre un miliardo. Il Washington Post, riprendendo i calcoli del ricercatore Peter Cohan, si diverte a farle i conti in tasca: se dovesse ritenere come da prassi l’85% degli incassi, con biglietti in media di 456 dollari, Taylor avrebbe guadagni superiori al Pil di ben 42 nazioni.

 

Ma la serie di concerti, che terminerà a dicembre, non impingua solo il suo portafogli. Il “dossier Swift” è già arrivato sui banchi di Federal Reserve e Banca Centrale Europea, interessate a capire come, ma soprattutto quanto, ogni singola mossa della cantante, prima regina del country e ora indiscussa signora del pop, incida sulle rispettive economie. Le cifre sono da capogiro. Un esempio su tutti: le tappe francesi hanno generato un introito superiore a quello previsto per i Giochi Olimpici.

 

Grazie ai due appuntamenti a San Siro di questo fine settimana sorride altresì Milano, dove stanno già accorrendo migliaia di fan. A fregarsi le mani non sono solo ristoratori e albergatori del capoluogo lombardo, che hanno rialzato i prezzi anche del 200%; a ricoprirsi d’oro è pure il settore trasporti. L’artista di West Reading, inoltre, per via dell’Iva, farà bene a tutto il Paese. Stessa musica in ogni altro Stato del tour europeo, dalla Francia alla Spagna, alla Svezia. Nel Regno Unito, oltre ai selfie di Swift con i reali e ai balletti di William allo stadio, la notizia è che l’indotto potrebbe raggiungere il miliardo di sterline. E siccome è previsto un ritorno a Londra il prossimo mese, pare che la Bank of England possa addirittura posticipare il taglio dei tassi.

 

Il giro di affari nel Vecchio Continente è stato talmente impressionante da aver fatto sollevare dubbi sulla possibilità che l’Eras Tour sia connesso all’inflazione ancora alta nel settore dei servizi. A questo proposito è intervenuta anche la presidente della Bce, Christine Lagarde, che ha “scagionato” la popstar sostenendo che ci sono comunque altre concause. Un giocattolo, questo tour dei record, che probabilmente neppure la stessa Swift avrebbe mai immaginato così miracoloso. Centocinquantadue concerti (molte date sono state aggiunte in corsa) nei cinque continenti, 3 ore e mezza di spettacolo e 46 canzoni a serata che ripercorrono la fortunata carriera. Alla fine dell’«economic tour de force», come è stato soprannominato, i guadagni relativi alla sola vendita dei biglietti potrebbero arrivare a toccare il tetto dei due miliardi di dollari. La tournée più redditizia di sempre, capace di far impallidire i 939 milioni del mitico Farewell Yellow Brick Road di Elton John.

 

Mida della musica contemporanea, per Taylor ogni iperbole vale. Non c’è asticella che non abbia superato in questa lunga carriera iniziata a 15 anni. Il 2023 è stato l’anno della consacrazione, tanto che la rivista Time l’ha nominata «person of the year». Ed effettivamente la prima parte del capitolo americano, conclusa lo scorso agosto (le nuove tappe sono previste in autunno), ha fatto impazzire le calcolatrici. Secondo le stime, alla fine del 2024 l’economia americana beneficerà di un’accelerata compresa tra i 4,6 (secondo Fortune) e i sei miliardi di dollari (secondo la rivista specializzata Inc.). I milioni di Swifties, i fedelissimi fan, non badano a spese. Ognuno di loro per vederla cantare, suonare e ballare dal vivo spende circa 1.300 dollari. Hanno fatto affari le compagnie aeree, i treni, gli hotel, i ristoranti, i bar di ogni città baciata dalla sua presenza. Ma anche i negozi di abbigliamento e di souvenir.

 

L’immagine dell’artista è stata spremuta in ogni possibile modo. Solo per fare qualche esempio: Minneapolis è stata rinominata temporaneamente «Swiftie-apolis» durante la giornata del concerto; la californiana Santa Clara l’ha proclamata sindaca ad honorem della città; il New Jersey le ha dedicato il tipico panino con prosciutto, uova e formaggio. Da un punto di vista squisitamente economico, in Usa il fenomeno Swift è paragonabile solo a quello del Super Bowl, la macchina da soldi che è la finale di football americano. A proposito, grazie alle sue apparizioni durante le partite dei Kansas City Chiefs, dove gioca il fidanzato Travis Kelce, la squadra e la National Football League hanno registrato introiti extra per oltre 330 milioni di dollari.

 

Facile dunque intuire perché l’effetto Swift faccia gola anche ai capi di Stato. L’anno scorso,  il primo ministro Justin Trudeau con un tweet invitò la cantante nel suo Paese. «Molti posti in Canada adorerebbero ospitarti. Speriamo di vederti presto». Desiderio che sarà accontentato con le tappe di novembre a Toronto e il gran finale a Vancouver dell’8 dicembre.