L'operazione è considerata di natura ostile dall'istituto di Piazzetta Cuccia: secondo fonti finanziarie non sarebbe stata concordata

Era una banca in crisi. Poi c'è stato il salvataggio dello Stato, il risanamento e l'inizio della cessione di quote da parte del ministero dell'Economia, che resta ancora il primo azionista. Adesso, Monte dei Paschi di Siena (Mps) si presenta sul panorama bancario con una forza in termini di utili che le consente di tentare persino la scalata a un altro istituto. Nel mirino c'è Mediobanca: sull'istituto di Piazzetta Cuccia è stata lanciata un'Offerta pubblica di scambio (Ops) da 13,3 miliardi. Mediobanca considererebbe l'operazione di natura ostile, secondo fonti finanziarie, poiché non è stata concordata tra le parti. Monte dei Paschi vuole offrire agli azionisti di Mediobanca 2,3 azioni di nuova emissione di Mps per ogni loro azione. In una nota dell'istituto senese, si legge che "l'obiettivo è di creare un nuovo campione nazionale nel settore bancario italiano, che si posiziona al terzo posto nei segmenti di business chiave, attraverso la combinazione industriale della banca commerciale di Mps, forte nel credito a famiglie e imprese, e della banca d’affari di Mediobanca, specializzata nella consulenza e nella gestione dei patrimoni". Un ruolo cruciale nell'operazione potrebbero avere due gruppi imprenditoriali: Caltagirone e la Delfin dei Del Vecchio. Insieme, i due gruppi possiedono il 27,6% di Mediobanca e il 15% di Mps, ma anche il 16,86% di Generali. Un altro 13% delle Assicurazioni Generali è detenuto proprio da Mediobanca.