Economia
5 settembre, 2025Fino a domenica i big internazionali di finanza e mercati saranno sul lago di Como a discutere del futuro del mondo. Le incertezze sono moltissime. L'unica vera certezza, invece, è il business di Teha, la spa che lo organizza: in tre anni il fatturato è lievitato del 30 per cento
Tra speranze e incertezze per il futuro si apre a Cernobbio il consueto Forum Ambrosetti. La tre giorni di incontri e dibattiti, dal 5 al 7 settembre, che riunisce sul Lago di Como il gotha dell’economia e della finanza a livello globale.
Per molti un appuntamento irrinunciabile, grazie alla presenza di autorevoli opinion leader internazionali, per orientarsi sugli scenari e le prospettive future. Per altri una kermesse che si auto-celebra da oltre 50 anni: una sorta di liturgia di fine estate che apre una finestra sull’autunno di un altro anno tutto da decifrare. Più luogo di ritrovo ad alto livello, utile per scambi di conoscenze a lobbying, che altro. Ma se come ogni anno saranno più gli elementi di incertezza tra dazi; guerre ancora aperte; e il profondo disallineamento tra economia reale e mercati finanziari a prevalere, una certezza è più che acquisita. Per The European House Ambrosetti (Teha), il think tank che da sempre organizza il Forum, il 2025 sarà un altro anno da incorniciare quanto a ricavi e utili. Non sono ancora noti e pubblici i dati dell’anno, ma fonti contattate da L’Espresso convergono a indicare una forchetta di fatturato per fine anno tra 65 e 70 milioni di euro.
Del resto è più che plausibile che accada, dato che Teha è una oliata macchina da soldi da sempre. L’ultimo bilancio disponibile risale al 2023 con il gruppo che portò a casa ricavi per 53 milioni di euro. Teha come un orologio svizzero marcia da tempo con aumenti dei ricavi a doppia cifra e non c’è ragione di pensare che anche il 2025 abbia avuto lo stesso ritmo di marcia.
Preciso come un metronomo, la società che organizza il Forum inanella crescita su crescita stabile e costante. Nel 2022 i ricavi erano di 46 milioni; nel 2021 si attestavano a 40 milioni e nel 2020, anno pur difficile per la pandemia, il giro d’affari fu di 30 milioni.
Come si vede solo tra il 2021 e il 2023 il fatturato è aumentato del 30%. A questi ritmi è più che probabile che gli anni successivi, compreso quest’anno, abbiano mantenuto la dinamica, o se anche ci sia stata una frenata, la soglia dei 70 milioni per l’intero 2025 non dovrebbe essere lontana. Del resto lo stesso capo-azienda e il dominus indiscusso del gruppo, l’ad Valerio De Molli in un’intervista di tempo fa accreditava l’obiettivo di 100 milioni di fatturato entro il 2028 per Teha.
Ma quel che più definisce il gruppo come una precisa macchina da soldi è la redditività. Ogni anno la società sforna utili netti poco sopra il 10% del totale dei ricavi. Nel 2021 su 40 milioni di fatturato i profitti furono di 4,4 milioni; nel 2022 4,8 milioni di utili netti su 46 milioni di fatturato e nel 2023 gli utili furono di 5,5 milioni su 53 milioni di entrate. Utili che per metà finiscono in dividendi ai soci. Che sono i partners del think thank, ma soprattutto il Ceo Valerio De Molli e il presidente Marco Ugo Grazioli che controllano il gruppo con il 76% del capitale, tramite la loro holding Ganesh, di cui condividono al 50% la proprietà.
In Ganesh i proventi finanziari che derivano da Ambrosetti hanno portato il patrimonio netto a superare i 21 milioni nel 2023. Cifra destinata a salire grazie ai continui dividendi ricevuti negli anni successivi.
Certo il Forum non è l’unica entrata del gruppo Teha: è la vetrina da anni che ha contribuito allo sviluppo nel tempo delle attività lucrose di consulenza per aziende, manager e istituzioni. Paper, studi, ricerche sono il core business del gruppo che punta sempre più alla crescita anche per vie esterne con una serie di acquisizioni portate a casa negli anni. E così l’obiettivo disegnato da De Molli dei 100 milioni di fatturato, tra 3 anni, per il prestigioso think tank sembra alla portata di mano. Con grande soddisfazione soprattutto per De Molli, una carriera tutta interna che, defenestrato il vecchio Alfredo Ambrosetti nel lontano 2008 con un buy out, ha da allora preso le redini e portato il gruppo all’espansione e alla crescita.
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