I vergognosi applausi nell’aula del Senato per lo stop al Ddl Zan, le violenze e le discriminazioni quotidiane contro le persone Lgbt. L’Italia deve fare ancora molta strada per potersi dire un Paese civile. Non sarà facile, se vince la destra

Fanno ancora rumore, a distanza di tanti mesi, gli applausi del Senato dopo il voto che ha fermato la legge contro le discriminazioni e la violenza di genere. Si può ancora ripetere, e non smetteremo di farlo, che sono fastidiosi perché rimbombano tuttora nella testa delle persone perbene che sanno quanto è necessario che il Ddl Zan diventi una norma, una legge fondamentale, in quello che risulta il Paese più arretrato nella lotta alla omo, bi e transfobia. Quando mancano leggi che riconoscano diritti fondamentali è più frequente che si registrino episodi di violenza e discriminazione. Sono i fatti, e questo non è più accettabile, perché l’Italia non può restare indietro anche sul tema del pieno riconoscimento dei diritti Lgbt.

 

Sono ancora tante le conquiste che mancano, a cominciare dalla legge sulle unioni civili, la genitorialità, l’omotransfobia (siamo l’unico Paese, fondatore dell’Unione Europea, che non si è ancora dotato di una legge contro i crimini d’odio), superamento della legge 164/1982 sul cambio di sesso, introducendo un procedimento più agile e veloce rispetto all’attuale.

 

In occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, che si è celebrata lo scorso mese, abbiamo conosciuto i dati che mostrano una realtà fatta di maltrattamenti e violenze in famiglia che aumentano.

 

Siamo nel mese in cui parte l’Onda Pride che raccoglie le manifestazioni promosse dal movimento Lgbt (Lesbico, Gay, Bisessuale, Transessuale, Intersessuale) che attraversa tutta Italia. L’obiettivo dei variopinti cortei che sfilano nei centri storici da nord a sud è sempre lo stesso, visto che si tratta di una battaglia lunga ormai cinquant’anni, creare un mondo in cui nessuno si debba sentire escluso o discriminato per il proprio modo di essere, di vivere e di amare.

 

Se si guarda ai diritti che ancora mancano per colpa di una maggioranza parlamentare poco sensibile a questi temi, e per puro caso lo sguardo va ai sondaggi politici, allora un velo nero cala sui sogni e le speranze Lgbt. Perché Fratelli d’Italia con la sua Giorgia Meloni conquista punti, anche se ancora virtuali, e questo può pregiudicare norme e leggi che possono portare ad avere un paese migliore e accogliente.

 

Soprattutto se dovesse andare avanti la coppia Meloni-Salvini. Anche se quando si parla di coppie è sempre ben augurante. Ma loro hanno un’idea di un’Italia diversa, come afferma Matteo Salvini. E questo modo di intendere il Paese potrebbe alimentare quello che purtroppo spesso si registra nelle città: la discriminazione. E non possiamo permettercelo. La vergognosa notizia arriva da Napoli, dove è stato negato l’affitto di una casa a ragazze lesbiche. Una segnalazione arrivata ad Antinoo Arcigay Napoli. E così ancora accade che non si affitti un appartamento perché la proprietà vuole solo studenti “puliti” e “referenziati”, ma soprattutto “eterosessuali”.

 

È una storia assurda che ci fa comprendere quanto ancora abbiamo bisogno di sostenere battaglie culturali e sociali per far riconoscere le libertà civili. Per un Paese civile.