Editoriale
L’epidemia dell’anestetico droga letale
La battaglia di Trump contro l’emergenza fentanyl si è imposta per ragioni economiche
Potrebbe diventare una delle più devastanti emergenze sanitarie del nostro tempo: il fentanyl, l'oppiaceo sintetico che ha rivoluzionato, per l'ennesima volta, il concetto stesso di crisi degli oppiacei negli Stati Uniti e la cui diffusione illecita come droga sta provocando ogni anno decine di migliaia di morti per overdose.
L’uso terapeutico di questa sostanza, che nasce cinquant’anni fa come potente anestetico e antidolorifico molto efficace per il trattamento del dolore cronico, ha ben presto rivelato un inaspettato lato oscuro, trasformandosi in un nemico silenzioso che continua a mietere vittime. Con una potenza circa cento volte superiore a quella della morfina, il fentanyl è diventato una delle droghe più diffuse e a buon mercato negli Stati Uniti, inserendosi subdolamente negli scenari di un'epidemia di droghe già in corso, alimentata inizialmente da una cultura della prescrizione medica che ha spesso ignorato i segnali d'allerta. Basta pensare, come ci documenta Riccardo Romani, ai duemila medici americani sospesi dalla professione perché prescrivevano il fentanyl a finti malati gravi che poi lo utilizzavano in festini per divertirsi e combattere la depressione. La sua storia diventa così anche un racconto di interessi economici e scelte discutibili da parte dell'industria farmaceutica anche se col passare del tempo il mercato per uso stupefacente si è alimentato sempre di più con traffici clandestini dai Paesi confinanti dove il fentanyl viene prodotto e distribuito attraverso circuiti spesso inaccessibili, rendendo difficile per le autorità interrompere il flusso.
La nostra inchiesta, firmata da Daniele Mastrogiacomo, sottolinea come negli ultimi due mesi il traffico di fentanyl negli Usa stia diminuendo in seguito all’offensiva dei dazi lanciata dal nuovo presidente Trump, usata in modo strumentale per negoziare con Messico e Canada, frontiere da cui passa la maggior parte della droga in circolazione. A smuovere il nuovo inquilino della Casa Bianca sarebbero le urgenze economiche, più che i 120 mila americani, oggi calati a 80 mila, stroncati fino a due anni fa dal fentanyl.
In questo numero vogliamo anche offrirvi un approfondimento medico sui vari effetti che questo oppioide ha sul corpo umano. I dati sono allarmanti: le overdose da fentanyl hanno raggiunto livelli altissimi e le statistiche parlano chiaro. La situazione è tale che alcuni esperti la definiscono «un'epidemia di anestesia». È fondamentale comprendere non solo la sostanza, ma anche le dinamiche che portano a un abuso tale da trasformare un farmaco utile in un killer. Un interrogativo, però, merita di essere posto: questa emergenza potrà arrivare anche in Italia? Sebbene il contesto europeo e quello statunitense differiscano, il crescente uso di oppioidi e la fragilità di certe fasce della popolazione ci devono mettere in guardia. La diffusione di sostanze come il fentanyl non è solo una preoccupazione per le politiche di salute pubblica, ma un campanello d’allarme per intere generazioni.
In un momento di crisi globale, non possiamo permetterci di abbassare la guardia. È necessario affrontare questa sfida, non solo dal punto di vista legislativo ma anche con campagne di sensibilizzazione e educazione. È tempo di ricordare che dietro ogni statistica c'è un volto, una persona, una famiglia, un'esistenza segnata da un dramma che ha radici profonde.