Ottant’anni fa l’Italia usciva dall’occupazione nazista e dal fascismo. L’Espresso dedica la copertina del nuovo numero alle celebrazioni della Liberazione e alla Resistenza, pilastro del Paese e simbolo di una Repubblica che ripudia guerra, fascismi e oppressione. “25 aprile, ora e sempre” è lo strillo di copertina. Diversi articoli e approfondimenti, a cominciare dal primo “Ora e sempre W l’Italia libera e antifascista”, a firma di Anna Dichiarante e Luca Casarotti, giurista e studioso della Resistenza. Un’ampia ricognizione sulla memoria, le controversie, i fascisti e i loro epigoni contemporanei, i protagonisti del dibattito storico, gli attacchi sferrati anche di recente dai revisionisti. Come quello contro il Manifesto di Ventotene, preso di mira dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «In molte parti del mondo, assistiamo al trionfo di un linguaggio violento e divisivo, utilizzato dai leader per giustificare azioni che minano le fondamenta democratiche. Lo fanno Trump, Putin e Netanyahu», scrive nel suo editoriale il direttore de L'Espresso, Emilio Carelli: «In questo clima diventa doveroso riprendere in mano le redini della memoria storica e rivendicare i principi che animarono tanti uomini e donne che, con coraggio e determinazione, scesero in campo per affermare il diritto alla libertà e alla dignità umana».
Erica Manna, inoltre, nel suo articolo “Una chiamata alle arti per la memoria” va alla scoperta degli eventi che accompagneranno l’ottantesimo anniversario tra flashmob, spettacoli teatrali, assemblee e incontri. Da Milano all’Oltrepò Pavese, da Genova a Marzabotto e nella fattoria dei fratelli Cervi.
E ancora, il tema di copertina si sviluppa attraverso lo scandalo degli indennizzi per gli eccidi nazisti che superstiti ed eredi ricevono col contagocce (di Luigi Mastrodonato), con un’intervista di Giuliano Torlontano con Luciano Violante, presidente della Fondazione Leonardo Civiltà delle Macchine, che alla fine degli anni Novanta pose la questione – rimasta oggi aperta – dell’identità nazionale. E ancora, Sebastiano Messina si concentra sulla presidente del Consiglio (“Le dieci frasi che Giorgia Meloni non dirà mai”) e l’occasione che avrebbe per liberarsi, proprio stavolta, dell’etichetta ingombrante di post-fascista.
La pagina politica de L’Espresso si apre invece con il ritratto del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sotto l’attacco della Lega. Nel suo “Piantedosi il prefetto che balla”, Susanna Turco racconta il ministro alle prese con vicende spinose come i centri per i migranti in Albania, in panne più che mai, il ddl sicurezza che diventa decreto, gli scontri di piazza a Milano e a Roma. E ancora, Gianfrancesco Turano analizza l’affare stadi “Il calcio italiano se l’è già preso la squadra Maga”, su cui si concentrano gli interessi dei grandi investitori statunitensi amici e sostenitori di Donald Trump, che si sono impossessati di diversi club di serie A. Sergio Rizzo punta i riflettori sugli Enti pubblici, in particolare la 3-i spa, che si chiama così perché i suoi azionisti sono tre e iniziano tutti con la lettera "i": Inps, Inail, Istat. Sul sito internet si definisce «un polo di riferimento per il Paese» ma da tre anni sul binario morto, prosegue Rizzo. «La scelta dei vertici è l’unica attività tra giochi politici e veti incrociati», scrive l'autore dell'inchiesta, che elenca una serie di sprechi.
Paolo Biondani torna sul caso Ustica, dopo le rivelazioni de L’Espresso dello scorso numero, con “La falsa bomba di Ustica puzza di P2”. E punta il dito contro i depistaggi sulla tragedia aerea del 1980.
Barbara Battaglia denuncia lo scandalo dei siti inquinanti, discariche, bombe ecologiche, mai bonificati, che mettono a rischio sei milioni di persone; Luigi Lupo racconta la Puglia come eldorado dei clan della criminalità organizzata; Nicola Graziano si concentra sulla Campania sfregiata dai guasti ambientali.
Sul fronte del Medio Oriente, la pagina di esteri si apre con un estratto del libro “Il ragazzo con la kefiah arancione” (Ponte alle Grazie) di Alae al Said, nata a Roma da genitori palestinesi, una storia di bullismo che diventa simbolo della violenza di Israele e della vigliaccheria dell’Occidente. I palestinesi in Cisgiordania che subiscono sempre più violenze e documentano tutto per ottenere giustizia. Sulla stessa area insiste Diletta Bellotti, che denuncia la repressione in Germania dei pro-Palestina.
Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni riflettono sulla nuova politica energetica degli Stati Uniti, che rimette al centro il carbone. Daniele Mastrogiacomo, invece, raccoglie la testimonianza di una hostess a bordo di un charter dei deportati, uno dei voli Ice per il rimpatrio degli immigrati sudamericani.
Quanto all’economia, protagonista è la guerra commerciale dopo il varo delle nuove misure protezionistiche da parte di Donald Trump. Apre Federica Bianchi, che approfondisce il tema della supremazia cinese sui mercati. E la vittoria su tre fronti: digitalizzazione, militarizzazione e industrializzazione. Le società italiane, intanto, come racconta Carlo Tecce, si riposizionano nello scacchiere internazionale degli affari e subiscono il richiamo di Xi, a cominciare dal caso Pirelli. Mentre Fabiola Fiorentino si concentra sulle politiche doganali che incidono sui prezzi e fanno vacillare l’industria nazionale del vino. I produttori vanno alla ricerca di nuovi sbocchi.
E ancora, le imprese italiane alle prese con la sfida dei nuovi mercati, a partire dal Kazakistan (Marco Roberti) e una intervista di Matteo Giusti con Subrahmanyam Jaishankar, ministro degli Affari Esteri del governo indiano, fedelissimo del presidente Narendra Modi e membro del gabinetto presidenziale. La conversazione parte dai dazi americani, che hanno graziato l’India, anche se hanno colpito duramente l’Asia. E si allarga ai temi internazionali.
La tecnologia chiude le pagine economiche, con un articolo in cui Leonardo Calvi denuncia il caso di Big Tech, che secondo quanto risulta dai processi in corso negli Stati Uniti, sta allenando i suoi modelli di algoritmi usando libri coperti da diritto d’autore. Senza pagare o chiedere l’autorizzazione. Infine, Marco Montemagno riflette sul fatto che dovremo imparare a convivere con le intelligenze artificiali, che stanno accumulando capacità maggiori rispetto a quelle umane.
Se Valerio Berruti intervista il grande designer di automobili Chris Bangle, Tiziana Faraoni racconta gli incontri e i dibattiti animati dalle firme de L’Espresso in occasione della Design Week a Milano e del lancio del nostro speciale in edicola dedicato all’appuntamento milanese.
Le pagine di ‘E2 aprono con Sabina Minardi che torna sul tema di apertura di questo numero. “A lezione di libertà” è lo strillo della cover, all’interno un’ampia intervista a Roberto Cotroneo, giornalista e scrittore, tornato nella sua terra di origine, Alessandria, per rievocare la storia di Aldo, insegnante che aveva fatto la Resistenza. Il romanzo “La nebbia e il fuoco” (Feltrinelli) è un’occasione per riflettere sull’importanza della memoria.
Annalisa Rinaldi racconta l’opera colossale tratta da “Il nome della rosa” di Umberto Eco, in prima mondiale alla Scala di Milano; Emanuele Coen intervista il pianista virtuoso Tigran Hamasyan, fra antiche leggende e suggestioni contemporanee (“La mia Armenia sacra e jazz”); Valeria Verbaro recensisce il nuovo romanzo di Giovanna Casadio, "Arrivammo a destinazione" (edito da Laurana); Francesca De Sanctis naviga attraverso le opere teatrali messe in scena da Andrea Camilleri, che tornano sul palcoscenico in occasione del centenario della nascita.
E L’Espresso chiude con Stefania Rossini che risponde a uno spunto lanciato da una lettrice sulla sconfitta delle generazioni degli anni Sessanta e Settanta. Loredana Lipperini nel suo commento riflette sul tema dell’intelligenza artificiale, a partire dal caso Ipnocrazia sollevato da L’Espresso.