È il 27 aprile, F. M. sta raggiungendo la banchina della metro a Termini: il tempo di girare un angolo e vede arrivare i vagoni. "Si sono aperte le porte", racconta, "e ho visto scendere, per prime, le tre ragazze che stavano visibilmente litigando. Fra me e loro non c'era nessuno che mi coprisse la visuale. Non ho sentito cosa si stessero dicendo a causa del rumore, ma ho visto cosa è successo".
Secondo la difesa, Doina avrebbe colpito per difendersi da una aggressione da parte di Vanessa.
"Non è così. Io al contrario ho visto Vanessa allontanarsi da Doina, un po' come se le avesse lanciato l'ultimo improperio per poi piantarla lì, ed è a quel punto che è partita l'ombrellata. Vanessa era di profilo rispetto alla rumena e in quel momento ho incrociato il suo sguardo a pochi metri di distanza, una scena che non dimenticherò mai. L'ho vista girarsi verso Doina proprio nel momento in cui arrivava il colpo, subito dopo è caduta a terra. Il colpo è stato strano, all'inizio pensavo che l'avesse solo sfiorata poi, dopo aver saputo che era morta, mi sono resa conto che deve essere stato talmente forte che le ha praticamente spostato il viso".
Sempre secondo la difesa, Vanessa avrebbe dato uno schiaffo a Doina.
"Non so cosa sia successo prima sulla metropolitana, ma sulla banchina nessuno schiaffo, casomai come dicevo potrebbe esserci stata un'ultima aggressione verbale. Ma in ogni caso io poi ho visto Vanessa allontanarsi e non aggredire Doina. La mia impressione è che quella della rumena sia stata una reazione rabbiosa e violenta a un presunto insulto".
La rumena minorenne, che poi è stata scarcerata, ha detto di aver tentato di fermare il colpo.
"Anche se avesse voluto non ne avrebbe avuto il tempo. Si è svolto tutto molto rapidamente".
"Sì, se ne sono andate camminando, senza particolare fretta, e prima di sparire tra la folla Doina si è girata accennando un sorriso, come della persona soddisfatta di aver risposto a una provocazione verbale. Credo che neanche lei si sia resa veramente conto di quello che aveva fatto, tanto che quello che hanno dichiarato le due rumene, da quanto ho letto sui giornali, riguardo al fatto di non aver visto il sangue, è sicuramente vero. In sostanza, il colpo è stato intenzionale, anche se secondo me non è stato inferto con l'intenzione d'uccidere".
E lei cos'ha fatto?
"Ho visto Vanessa cadere a corpo morto, e istintivamente mi sono avvicinata. Come dicevo, ancora non aveva iniziato a sanguinare ed era a terra supina. Quando ha provato a girarsi, come per rialzarsi, ha cominciato a uscire il sangue".
Lei è stata la prima ad avvicinarsi?
"Sì, ho cercato di parlarle, di tranquillizzarla. D'altronde in quel momento pensavo che la botta le avesse rotto il setto nasale, dunque nulla di grave. Poi quando il sangue ha cominciato ad aumentare mi sono preoccupata, anche se non avrei mai pensato a un esito così drammatico".
Vanessa era ancora cosciente?
"Aveva un occhio aperto e l'altro tumefatto, ma il sangue usciva solo dalla bocca e dal naso. Credo che quando si è resa conto di quel grande flusso si sia spaventata perché ha cominciato ad agitarsi, tanto che ha provato a rimettersi supina. Ma in quel modo non riusciva a respirare, aveva uno zainetto che in qualche modo la bloccava, allora ho cercato di metterla di lato perché pensavo che potesse soffocare se continuava a inghiottire sangue. Nel frattempo intorno c'era il panico, gente con le mani nei capelli, che piangeva, ma nessuno è intervenuto, tranne un ragazzo che si è avvicinato e le reggeva la testa. Poi, finalmente, è arrivato un vigilante e insieme abbiamo tagliato le cinghie dello zaino per farla stare più comoda. Quando è arrivato anche un medico, nel frattempo la sicurezza mi aveva già fatto allontanare, ho pensato che a quel punto avrei creato solo intralcio e me ne sono andata".
Lei comunque pensava che la ragazza non fosse grave?
"Sì, ero tranquilla. Credevo che il danno fosse al naso".
Pensa che la sua testimonianza sia stata utile?
"Immagino di sì. Quando sono stata ascoltata la polizia ancora non sapeva come fosse stato sferrato il colpo, pensavano che l'ombrello fosse stato usato come una lancia. Mi hanno fatto mimare la scena, e questo mi fa pensare che probabilmente nessun altro ha visto quello che ho visto io".