Aspettano solo che cambi il vento e che grazie a Donald Trump vengano tutti riabilitati: gli uomini d’oro che hanno permesso al sistema di potere putiniano di risollevare le sorti del conflitto ucraino e creare un’economia di guerra dai ritmi sorprendenti, oggi guardano alla Casa Bianca più che allo stesso Cremlino. Trump gli ha riconsegnato la prospettiva di una redenzione completa: niente più sanzioni, niente più voli interdetti, niente più divieti sui visti. Si preparano a fare affari con l’Occidente: come prima, più di prima. E intanto si godono le proprietà acquistate all’estero, senza temere che gli vengano sequestrate: la squadra speciale del Dipartimento di Giustizia statunitense, che era stata il motore della caccia mondiale ai tesori della corte del nuovo Zar, è stata sciolta dal neopresidente.
Eppure, di beni sfuggiti ai sigilli ce ne sono tanti, anche in Italia: sono la dimostrazione concreta di quanto il meccanismo delle liste nere creato dall’Occidente sia farraginoso e inefficace, con persone messe al bando in un Paese e benvenute in un altro. La testata investigativa “The Insider” ha smascherato una serie di immobili, da Verona a Firenze, dalla costa del Tirreno a quella dell’Adriatico, rimasti nelle mani dei boiardi del Terzo Millennio. Un’inchiesta condotta da un giornale online molto speciale, che ha sede in Lituania e una redazione formata quasi interamente da dissidenti russi, costretti a lasciare il Paese dopo arresti e procedimenti penali. In questo caso, nel mirino non ci sono veri e propri oligarchi – che sono padroni di aziende o di miniere – ma top manager delle compagnie statali che hanno forgiato il sostegno all’invasione dell’Ucraina e garantito il finanziamento delle operazioni militari.
Il più importante è Andrey Akimov, amministratore delegato di Gazprombank e membro dell’inner circle di Putin: come lui cresciuto nella Leningrado sovietica e come lui uomo del Kgb, anche se non ne è mai stata confermata l’attività di spia sotto copertura diplomatica. Akimov ha trasformato l’istituto di credito in un elemento decisivo della costruzione del consenso, sovvenzionando la costruzione di infrastrutture e garantendo le casse di molti uffici della pubblica amministrazione, inclusi i servizi segreti e le forze armate. Ma Gazprombank ha un ruolo che va oltre la finanza: attraverso Gazprom-Media controlla piattaforme social e canali televisivi come Ntv e RuTube. Tanto che anche Gazprom-Media nel 2023 ha subito sanzioni negli States con l’accusa di essere “una piattaforma di disinformazione”. Non solo, Akimov dal 2011 fa parte del consiglio di amministrazione di Gazprom e tre anni dopo è entrato in quello di Rosneft: è nel board di entrambi i colossi energetici russi, veri polmoni dell’economia nazionale. Un uomo ricchissimo, che ha ville a Ibiza, a Cipro, nei Caraibi e un immobile a Vienna. Ora “The Insider” ha scoperto un altro appartamento di lusso in una città molto amata dall’intellighenzia moscovita: Verona. Circa 170 metri quadrati nella Piazzetta XIV Novembre, con un valore di mercato superiore al milione di euro: si trova in un magnifico palazzo d’epoca a pochi metri dal balcone di Giulietta. Non è escluso che la passione scaligera di Akimov sia frutto delle intense relazioni professionali con Antonio Fallico, il manager italiano più vicino a Putin e storica guida della filiale russa di Intesa Sanpaolo, di cui l’Espresso ha scritto spesso in passato: è stato più volte ospite proprio a Verona del Forum Euroasiatico presieduto da Fallico, che è pure console onorario russo in città.
Anche Anatoly Cherner è una figura che conta nella nomenklatura delle aziende statali moscovite: per almeno 15 anni è stato vicedirettore di Gazprom Neft, la compagnia del gruppo specializzata in petrolio e idrocarburi. La moglie e la figlia hanno deciso di investire in uno degli angoli più suggestivi della Liguria: il borgo medievale di Andora. Lì hanno comprato una villa, sulla collina ma con vista mare: 955 metri coperti, oltre un ettaro di parco, diversi garage e dépendance. Dal 2020 sono iniziati i lavori di rifacimento completo della magione, che resta nella disponibilità della famiglia Cherner. L’attuale posizione societaria oggi è ignota: una legge di Putin permette alle compagnie statali di nascondere le cariche per proteggere i dirigenti dalle sanzioni. Ma nel 2023 ha inaugurato i nuovi impianti della raffineria di Omsk, venendo indicato ancora come numero due di Gazprom Neft, sanzionata negli Usa e nell’Ue, in Svizzera e in Gran Bretagna: Londra ha introdotto provvedimenti pure contro la persona di Cherner, che si ritiene continui ad alimentare il flusso di idrocarburi russi poi contrabbandati in tutti i continenti.
Erkin Norov è invece un protagonista del sistema bancario: dal 2009 siede nel cda della Vtb Bank – di cui il governo possiede il 62 per cento delle azioni – che gestisce infrastrutture strategiche, come i cantieri navali Usc che varano navi militari e la banca Rnkb nella Crimea occupata. Nell’aprile 2021 suo figlio ha comprato a Milano una casa di 150 metri quadrati ai Navigli, con una quotazione superiore a 800mila euro. Poi, dopo l’inizio della guerra, ha acquistato un altro appartamento a Roma: solo 57 metri quadrati, ma a duecento metri da Villa Borghese, cosa che porta il valore a oltre mezzo milione. Quest’ultimo immobile risulta registrato come un regalo di Olga Shelkova, che si ritiene fossa consigliera del ceo di Vtb Bank. Il giovane Norov attualmente si è trasferito nel nostro Paese e lavora nel settore museale: le sue attività personali non sembrano però compatibili con il lusso dei due immobili.
Daniil Krainskiy, vice ceo di Rosseti, il monopolista statale delle reti energetiche, invece ha scelto Firenze e si è regalato un alloggio di circa 80 metri quadrati in un edificio storico di via Ghibellina, una stradina del pieno centro. Rosseti ha avuto un compito operativo nelle regioni ucraine occupate e annesse da Mosca: ha collegato le infrastrutture elettriche con quelle della Russia, integrandole così nella “nuova patria”. Inoltre, ha stanziato fondi per equipaggiare i soldati russi e comprargli mezzi blindati.
Andrey Sharonov è un economista che ha avuto diversi incarichi, tra cui quello di viceministro e poi di rettore e presidente della Skolkovo Business School. Siede nel board di parecchie compagnie – incluse Rosseti, PhosAgro e NefteTransService, operatore ferroviario specializzato nei trasporti petroliferi – ma è soprattutto membro del cda della Sovcomflot, la più grande società russa di shipping che esporta greggio e gas liquefatto in tutto il mondo. Per questo il governo britannico nel 2022 lo ha incluso personalmente nella lista nera delle sanzioni, vietandogli l’ingresso nel Regno Unito, mentre l’Unione europea ha preso di mira solo la società. La sua scelta italiana è particolare: Montesilvano, la località balneare abruzzese, dove assieme ai figli ha ereditato dalla defunta moglie un appartamento di 177 metri quadrati con un doppio garage. Una cittadina senza lussi, tanto da apparire sotto tono per i pretoriani economici del Cremlino, che hanno accumulato soldi – spesso occultati in fondi d’investimento – e beni, quasi sempre intestati a prestanome: l’età dell’oro promessa da Trump è alle porte e loro sono pronti a cavalcarla per tornare a godersi la vita, anche all’estero.