Avere un lavoro non significa più vivere in modo dignitoso: perché ti riguarda? - Il video

Negli ultimi due anni il governo aveva scelto il giorno della Festa dei lavoratori per approvare decreti in materia di lavoro. Questa volta è andata diversamente, ma ha convocato i sindacati a Palazzo Chigi per un incontro l’8 maggio

In Italia i salari dei lavoratori sono inadeguati e le morti sul lavoro in aumento, con una media di tre al giorno. In occasione della Festa dei lavoratori, Giorgia Meloni ha annunciato sui social di avere trovato, in accordo con Inail, nuove risorse per la sicurezza sul lavoro. Lo scorso anno, 1090 persone hanno perso la vita lavorando (un dato in aumento del 4,7% rispetto al 2023) e a loro i sindacati hanno dedicato la giornata del Primo maggio, con testimonianze dei parenti delle vittime sul palco delle manifestazioni unitarie in tre città italiane - Roma, Casteldaccia (Palermo) e Montemurlo (Prato) - arrivando a parlare non di incidenti sul lavoro, ma di veri e propri “omicidi”.

Il lavoro povero

Il governo rivendica di avere creato oltre un milione di posti di lavoro negli ultimi due anni e mezzo. Al di là della frase di berlusconiana memoria, sono i dati Eurostat a lanciare l’allarme su precarietà e lavoro povero: sono infatti aumentati i lavoratori poveri, cioè quelli con un reddito inferiore del 60% rispetto alla media nazionale (si passa dal 9,9% del 2023 al 10,2% del 2024). Avere un lavoro, non significa più in automatico vivere in modo dignitoso. E non esiste più nemmeno il reddito di cittadinanza, che è stato cancellato definitivamente nel 2023 con un decreto sul lavoro approvato proprio il Primo maggio. Data non casuale.

Il taglio del cuneo e il salario minimo

Il governo Meloni si è concentrato sul taglio del cuneo fiscale, in continuità con gli esecutivi precedenti, incassando il plauso dei sindacati. Ora i partiti di opposizione tornano a chiedere alla maggioranza di discutere della loro proposta sul salario minimo, riconoscendo una retribuzione minima di 9 ore lordi all’ora. Per sostenere questa proposta di legge di iniziativa popolare erano state raccolte oltre 100 mila firme.

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